1. Il modo migliore di usare una scrivania.


    Data: 24/12/2018, Categorie: Lesbo Autore: LucreziaBorgia, Fonte: RaccontiMilu

    ... crazy”, scegliendo parole non compromettenti ma allusive). La vedo inarcarsi leggermente verso di me mostrando ancor di più le sue tette. Sembrano morbidissime e sento che questo pensiero mi rende umida fra le gambe. Sono facilmente provocabile, lo so. Le sorrido, consapevole che i miei denti perfetti e la mia bocca carnosa ispirino più di qualche bacio. Lei si lecca il labbro superiore.Che sia tutto nella mia mente? (In fondo è una stimata professoressa, mi aveva vista per la prima volta venti minuti prima).No. E’arrapata almeno quanto me, si vede. Lo so. Mi serve solo una stupida scusa per scoparmela su questa maledetta scrivania entro cinque minuti. Vediamo. Devo avvicinarmi. Le propongo di rivedere un modulo di equipollenza, è scritto abbastanza confusamente da giustificare il nostro avvicinamento all’angolo del tavolo. Siamo braccio contro braccio, le guardo le mani pensando a come riuscirà a muoverle dentro e fuori la mia fighetta, a farmici venire. Mi arriva a ondate il suo profumo intriso del suo odore; mi fa gocciolare e mi sento l’interno coscia grondante.
    
    E poi si decide. Fa la mossa rivelatrice. Gesticolando, mi prende la mano e la stringe. Si ammutolisce. Mi guarda. Non è difficile capire cosa le passa per la testa ormai; è agitata e sembra impaziente. Lascio che sia lei a sbilanciarsi del tutto. La sto ancora guardando mentre si avvicina, leggermente imbarazzata, fino a sfiorarmi le labbra con le sue. Fingo incertezza. Godo nel vederla così disorientata e ...
    ... fragile. Scommetto che se aspettassi qualche secondo si scuserebbe, rossa in viso. Ma qualche secondo è troppo, troppo, come è troppa la mia eccitazione. Le metto una mano dietro la nuca e le spingo il viso contro il mio, violentemente, voglio che mi penetri la bocca con la lingua, voglio tutta la sua bocca riversata nella mia. Mi alzo dalla sedia, trascinandola con me sulla scrivania, finalmente. Le nostre bocche non si staccano mai. Apre leggermente le gambe e mi ci sdraio in mezzo, premendo il pube contro il suo. Inizia a muovere il bacino, cristo quant’è troia, penso, chissà quant’è bagnata. Le stacco in qualche modo la gonna, non ricordo bene come, eravamo arrapate come cagne e ci tremavano le mani. Passo le mie dita nelle sue mutande, scoprendola liscia e totalmente grondante. Fa lo stesso con me. Lei geme, le spingo due dita dentro aiutandomi col peso del corpo. E’ proprio troia e questa volta glielo dico; lei non riesce a rispondere, si limita ad ansimare e a dimenare il corpo, attirandomi a sé, facendo scivolare le sue mani sotto la mia maglia, sul mio culo, contro la mia figa. Mi masturba il clitoride come solo una puttana sa fare e inizio veramente a non capire più nulla. Non so come faccia ma ogni suo movimento mi scuote il corpo da dentro, mi sconvolge e stravolge: raggiungo il piacere.Mi vedo lì, a fottermi la mia professoressa, io mezza nuda sopra di lei, con le rispettive mani nella figa dell’altra, a gemere facendoci godere come animali. Nella stanza di là un ...