1. Il modo migliore di usare una scrivania.


    Data: 24/12/2018, Categorie: Lesbo Autore: LucreziaBorgia, Fonte: RaccontiMilu

    Quella che sto per raccontare è una storia realmente accaduta. Credo che la verità renda tutto più eccitante.
    
    21/10/11
    
    Una settimana fa ho scoperto di aver vinto una borsa
    
    di studio alquanto prestigiosa in Svezia. La prima immagine che mi è passata davanti è stata di me a novanta con uno svedese dalle spalle larghe a prendermi da dietro e una bionda con le gambe aperte sotto al mio viso. Poi ho pensato che fosse anche una buona opportunità scolastica; così il giorno dopo ho chiamato la professoressa relatrice per gli scambi internazionali.-Voce fantastica, calma e ferma. Timbro basso e sensualissimo-Avevo un appuntamento nel suo ufficio l’indomani. Avrei dovuto sostenere una prova in inglese e espletare qualche formalità burocratica.Come per qualsiasi tipo di esame, ho optato per qualcosa che aumentasse il mio ascendente sull’interlocutore. Nulla di volgare. Solo per suggerire. Per insinuare pensieri apparentemente immotivati nella mente della persona che stai penetrando con lo sguardo. Stivaletto basso nero con calzettina a vista, poi via di cambia nuda e coscia liscia fino all’inizio del maglione-vestito, lungo abbastanza per coprire tutto, se volevo, o per scoprire anche, a mio piacimento.
    
    Ed eccomi lì, nell’ufficio stabilito, all’ora stabilita. C’è una scrivania in mogano a separarmi dalla mia interlocutrice. Appena entrata nella stanza avevo riconosciuto la sua voce, e pochi secondi dopo mi ero riuscita ad abituare alla profondità dei suoi occhi neri. Il ...
    ... seno trasbordante dal tailleur mi crea ancora qualche problema di concentrazione, e per non farmi beccare con gli occhi incollati a quella carne tonda e perfetta mi concentro sulle venature del legno, o sui fogli sparsi davanti a noi.Mi ricompongo, in fondo devo sostenere un esame. E lei è lì per decidere sul mio futuro, non per saltarmi addosso (“O sì?”). La professoressa esordisce subito parlandomi in inglese, e non ho molto tempo per apprezzare la sua pronuncia perfetta, dato che mi obbliga a concentrarmi sul contenuto del discorso. Si passa a temi più specifici. Parlare di variabili casuali in inglese non è facilissimo, ma riesco a farlo discretamente e nel contempo a guardare la mia professoressa un po’ meglio. E’ giovane, bella come solo le donne intelligenti sanno essere; ha un’autorità insolita, sembra a suo agio nel completo elegante che porta, e le sue enormi tette mi sembrano un po’ troppo in vista. Sì, decisamente. Che l’abbia fatto apposta? E lo specchio messo nel posto giusto per permettermi di perdermi nelle linee delle sue gambe, dalle caviglie fino alla piega interna della coscia?Mi guarda forte. Io continuo a parlare, ma faccio del mio meglio per concentrare il mio sguardo nelle sue pupille. Ho sempre adorato gli occhi scuri. Mi interrompe improvvisamente:”I’ve always loved blue eyes. I’m fond of your eyes color. So intense, so deep.” Una cosa del genere. Sono piacevolmente stupita, le dico che a me invece fanno letteralmente impazzire i suoi (“They drive me ...
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