1. Ho trovato una schiava


    Data: 20/12/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: aliasir, Fonte: RaccontiMilu

    ... prepara stracci e flaconi vari. Ogni tanto mi guarda.
    
    E’ chiaro che l’avventura di qualche giorno fa le è piaciuta e si aspetta un seguito.
    
    Di mezzo c’è stato il weekend. Avevo quasi pensato di trovare una scusa per chiamarla ma ho preferito lasciar sedimentare.
    
    Era stato evidente che l’avventura, aldilà che le fosse stata imposta, le fosse piaciuta e non poco. Magari non era nuova a quel tipo di trattamento, oppure era stata una piacevole e sconvolgente scoperta.
    
    Ero curioso di sapere, di farle delle domande.
    
    Godo di sufficiente autonomia sul posto di lavoro, quindi quando dico che mi fermo qualche minuto per controllare delle cose nessuno ha nulla da dire. In breve escono tutti e resto solo nella mia stanza, mentre lei inizia il suo lavoro in quella attigua.
    
    Vorrei lasciarla sulle spine molto di più, ma ci sono dei tempi da rispettare. Potrò godermi la situazione quando la incontrerò fuori di qui. Per ora tocca muovermi con una certa accortezza, per cui faccio passare solo alcuni minuti, poi la chiamo.
    
    Arriva immediatamente sorridendo e con delle movenze che lei pensa siano sexy. E lo sono, in un certo senso, ma in modo opposto di come lei immagina se stessa.
    
    Vestito, trucco, modo di fare, tutto troppo marcato, sopra le righe, un mix fra patetico e lezioso. L’effetto è quello di infastidirmi, eppure paradossalmente ottiene il suo obiettivo.
    
    Quei vestiti glieli strapperei di dosso, il trucco mi viene voglia di vederlo colare, quel sorriso ...
    ... trasformarlo in smorfie di dolore o di disgusto.
    
    “resta in piedi” le dico.
    
    E resta lì, sorridendo, sorniona, in attesa che il gioco dell’altra volta continui.
    
    “allora, ti vedo sorridente… dal che deduco che il gioco dell’altra volta ti sia piaciuto e che non vedi l’ora di ripeterlo, giusto?”
    
    “beh si… l’effetto mi è piaciuto…”
    
    “effetto? che effetto?”
    
    “cioè, al’inizio mi ero messa paura e anche arrabbiata, con quegli schiaffi, però poi mi è piaciuto…”
    
    “e quindi lo vuoi ripetere” non è una domanda la mia. E lei se ne rende conto, ma annuisce impercettibilmente con la testa, sorride e resta in attesa.
    
    Questa mattina mi sono portato in ufficio un righello quadrato di legno da 50 cm. E’ un oggetto che passa inosservato su una scrivania, ma ha un suo fascino particolare.
    
    E’ il classico righello che può essere adoprato anche come una bacchetta per indicare e all’occorrenza, per punire. Dubito che in lei risvegli reminiscenze scolastiche, di aule in cui viene applicata la disciplina delle bacchettate sulle mani, o sulle cosce. E nemmeno in me personalmente. Ma ho un ricordo di disegni di imbarazzate giovanette dalla gonna alzata, il volto arrossato di vergogna, mentre un algido istitutore le colpisce sulla tenera pelle delle gambe.
    
    Non amo granché il dolore. Trovo erotica più la simbologia che lo accompagna. E gingillarmi con quel righello, mentre le parlo, vale più di quasiasi messaggio a parole.
    
    Io ci gioco, lei lo guarda. E l’erotismo scaturisce dall’oggetto ...
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