1. Week-end con la schiava – Un risveglio inaspettato.


    Data: 17/12/2018, Categorie: Sentimentali Autore: Lizbeth Gea, Fonte: EroticiRacconti

    ... Estrasse le dita dalla figa e me le fece leccare, ero stata un’ottima insegnante. Disegnò dei cerchi sul mio seno e mi baciò la pancia.
    
    Si inginocchiò in fondo al letto e tornò a masturbarmi, cercai di contrarre le cosce per accoglierle meglio.
    
    “La mano” – Cercai di consigliarla.
    
    “No tesoro, stamattina decido io” – Uncinò le dita, in quello era esperta, si deve essere molto esercitatà sul suo corpo. Quanto avrei pagato di avvolgere la sua mano intorno alle mie gambe.
    
    Mi allargò l’inguine con le sue mani e mi penetrò con la lingua. L’unica cosa che potevo fare era inarcare la mia schiena per cercare il suo volto. La sua lingua era fantastica.
    
    Mi esplorò le grandi labbra, che si disciusero. Accarezzò le piccole con la punta. MI stroppicciava il clito esposto, con le sue dita. Mi sentivo in paradiso.
    
    “Ieri sera ho notato che ti piacciono i cazzi ben dotati” – Mi leccò ancora – “Dove lo tieni”
    
    Sapevo esattamente cosa cercasse e gli indicai il cassetto alla sua sinistra. Li tenevo il mio arsenale.
    
    Lo aprii e sbalancò la bocca per lo stupore – “Ma tu sei una porca” – Afferrò quello nero – “Per te solo attrezzatura pesante” - e lo indossò sopra il vestito.
    
    Si mise a cavalcioni sopra il mio seno, mi tirò i capelli, me lo infiò in bocca – “Bene signora umidificalo un po’”
    
    Lo accolsi in bocca, non potevo fare altro. La stronza lo infilò completamente, mancava poco che vomitassi.
    
    Una volta che fu soddisfatta, si abbassò la lampo posteriore e fece uscire ...
    ... il seno. Me lo sbattè in faccia. Cazzo le volevo toccare. Ero così concentrata su i suoi capezzoli che mi accorsi che mirava la mia passera con il pene finto.
    
    Però lo sentii. La mia passera lo accolse con piacere.
    
    “Ti prego sbattimi senza pietà” – Volevo avere il controllo, anche se solo per un attimo.
    
    “Se è questo quello che desideri mia signora”
    
    Mi strinse il seno, e i suoi fianchi si muovevano alla velocità della luce.
    
    Ero così eccitata che mi morsi la lingua, ne usci del sangue. Lei mi soccorse in aiuto e me la succhio.
    
    “Adoro il gusto del tuo sangue”
    
    Posizionò le sue ginocchia sotto la mia schiena, per sollevarmi. Il mio corpo formava un arco e sentivo come se le mie protesi volessero scappare dal mio petto.
    
    La sua penetrazione era costante e avvincente.
    
    “Ora di voglio vedere squirtare”
    
    Scagliò il fallo di gomma contro il muro, si sedette accanto al mio corpo, uncinò le dita.
    
    “Sai dicono che il punto G, se mai esiste davvero, sia la porta dell’anima”
    
    Introdusse le dita – “Bisogna trovare la parte più ruvida dalle vagine” – La esplorò – “Bisogna cercarlo tra le pieghe e spesso bisogna andare ancor più in profondità”.
    
    Vide il mio viso avvampare – “Eccolo”
    
    Con la mano sinistra mi strinse la tetta, la destra l’agitava dentro di me, non solo andava su e giù, anzi compiva effettive circonferenze, mi sentivo riempita.
    
    Sentii qualcosa di strano e diverso, nascermi dalla pancia. Continuavo ad agitarmi.
    
    “Quanto cazzo è bello”
    
    La ...