1. Week-end con la schiava – Un risveglio inaspettato.


    Data: 17/12/2018, Categorie: Sentimentali Autore: Lizbeth Gea, Fonte: EroticiRacconti

    Quella notte fu un po agitata, durante quel week end avevo scortato tutti i miei problemi, ma il lunedì me li avrebbe sbattuti in faccia. Pure i sogni furono complicati. Sognai la mia ex e le sue dominazioni, sognai la primavolta che persi la verginità e sognai la mia coinquilina.
    
    Sognai pure che Monica mi puntava una pistola in faccia, allo sparo mi svegliai di colpo. C’era qualcosa che non andava, non riuscivo a muovere il corpo. Per un attimo pensai che fosse il panico, ma no, ero imprigionata. Strattonai le braccia, ma nulla ero inchiodata al letto. Provai a dare dei calci ma pure le mie gambe erano immobilizzate.
    
    I miei occhi si abituarono alla luce mattutina, voltai la testa sia destra sia a sinistra. Riconobbi quelle polsiere. Alzai leggermente la testa e riconobbi pure quelle caviliere. Erano di Antonella, ma come erano arrivate fino casa mia.
    
    “Finalmente ti sei svegliata” – Monica era in piedi davanti di me, aveva un vassoio in mano – “Ti ho portato la colazione” – Indossava il suo abito bianco aderente.
    
    “Oggi devo andare dai miei genitori, ma prima ti volevo ringraziare” – Mi appoggiò la tazza del caffè alle labbra, era bollente – “Da brava bevi”
    
    Non potevo fare altro. Scottava.
    
    Riprese a parlare – “E’ stato un week end interessante, mi ha fatto scoprire un sacco di cose di me” – Si soffermò un attimo – “Pure cose che avevo dimenticato”.
    
    Mi accarezzava il seno – “Sei bellissima” – Mi leccò il capezzolo destro – “Durante la notte hai urlato il ...
    ... nome di Antonella, mi sa che era la tua Signora” – Sorrise – “Ho intuito che tu comprendi quello che mi passa per la testa, e per questo ti ringrazio”
    
    Appoggiò una brioche calda sulle labbra. Possibile che fosse scesa al bar.
    
    “Mangià” – Ero diventata io la vittima? In fondo era piacevole.
    
    Afferrò la caraffa del latte, me lo verso sul corpo. Era bollente. Lei ci passò sensualmente la lingua.
    
    “Adoro essere d’aiuto alle mie signore” – In fondo non la conoscevo bene.
    
    Cercai di lberarmi.
    
    “A quelle le ho rubate dalla casa delle tortune” – Mi accarezzò il viso – “Sai pensavo di usarle io stessa, ma ho cambiato idea.”
    
    “Ora tesoro perché non mi liberi?”
    
    “Forse, tra un po’, voglio vedere un attimo cosa si prova ad essere dall’altra parte della careggiata”
    
    Mi colpì il seno,che ballanzolò, con la sua mano destra e ancora una volta mi leccò le ferite.
    
    “Interessante”
    
    Si sdraiò sopra di me. Mi accarezzò i capelli con entrambe le mani e mi baciò. Io la volevo stringere a me, ma le polsiere servivano a quello.
    
    “Sai ti ho immobilizzata, perché sapevo che non mi avresti mai lasciata andare, ma capisci che lo devo farlo”
    
    Annuii con la testa.
    
    La sua lingua si introdusse nella mia bocca, era più sicura di se, ma la sua dolcezza si intuiva lo stesso.
    
    Le sue tette si appoggiavano sulle mie, sentivo i capezzoli sfregarsi.
    
    Infilò le sue dita dentro la mia passera, non potevo impedirlo e neppure lo volevo. Le nostre lingue non smettevano mai di incrociarsi. ...
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