1. Cronaca senza fine


    Data: 17/11/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... lunghe gambe e le caviglie sottili esaltate dalle scarpe con quel tacco strano tanto di moda, perché decise in fretta che sarebbe stato meglio uscire senza calze piuttosto che rimanere là in quelle condizioni, così le gettò lestamente nel cestino dopo averle appallottolate, anche perché per fortuna il residuo della recente abbronzatura estiva le donava un gradevole tocco di colore. Quando uscì tutti gli altri erano già andati via, della presenza di Marco nemmeno l’ombra, mentre Riccardo era lì apparentemente indaffarato al telefono. Ingoiò la delusione e s’avviò lungo la solita strada. Frattanto un vento pungente accolse Sara appena svoltò l’angolo, si strinse nel corto impermeabile maledicendo quell’imbranato e ripromettendosi d’essere più fredda con lui in futuro, tanto fredda esattamente come quanto freddo gelido avvertiva adesso. Si guardò intorno alla ricerca di un tassì, la strada sembrava stranamente deserta e gli uffici che s’affacciavano al momento erano vuoti, sebbene fossero stati brulicanti di vita poche ore prima, ma, in effetti, in quel momento dovevano essere già tutti a mangiare davanti alla TV, o al cinema, o forse a fare l’amore.
    
    Sara aveva sempre cercato di seguire il proprio cuore, ma cosa aveva guadagnato? Rapporti sbagliati, giornate intere ad aspettare una telefonata che non arrivava, esplosioni di gioia per un’occhiata fugace. Che stupida. Scacciò rapidamente questi pensieri ostili, perché non voleva permettere alla propria mente di scivolare in ...
    ... una zona pericolosa, quella che lei chiamava candidamente il vittimismo. In quell’istante un lampione si spense d’improvviso e lei rimase al buio, poco dopo si riaccese emettendo una luce più fioca ma traballante. Sarà colse nitidamente un formicolio dietro la nuca, cominciò a camminare più velocemente, sentendo il rumore dei propri tacchi battere sull’asfalto avvertendo un forte rumore metallico proprio dietro di lei, sobbalzò fermandosi allarmata contro il muro, là c’era un innocuo gatto, così respirò a fondo rincuorata da quell’evento:
    
    ‘Perché sei così nervosa’. Se ci fosse stato qualcuno che avresti fatto, ti saresti fermata?’ – si rimproverò verso se stessa, rimuginando quello scenario con un tono spavaldo e per nulla intimorita.
    
    Là in realtà c’era qualcuno, perché dei passi provenivano proprio dietro di lei, questa volta ne era più che certa, ed erano sempre più veloci:
    
    ‘Non ti voltare, sta’ calma. Marco maledetto, non dovevi forse darmi un passaggio?’ – ripeté commentando verso se stessa in maniera boriosa, prevaricatrice e tracotante.
    
    Troppo tardi adesso per i rimpianti, giacché non prese nemmeno in considerazione l’idea che potesse essere qualcuno che doveva percorrere la stessa strada. Il suo cuore non voleva saperne di rallentare, così anche le gambe cominciarono a correre, anche i passi alle sue spalle accelerarono. I tacchi che tanto le slanciavano le caviglie non erano in quell’occasione l’ideale, sicché lasciò cadere la borsa nella speranza che ...
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