1. Il piccolo cielo di sara


    Data: 13/11/2018, Categorie: Etero Autore: Wthinking, Fonte: Annunci69

    ... della lingua echeggiano dentro all'umido magazzino.
    
    I vestiti cominciano a volare in mezzo ai sacchi di juta, in mezzo agli scatoloni della Redbull, delle patatine San Carlo, lei mi sgancia la cinta dei pantaloni e me la spacca, se la stringe leggermente intorno al collo, mi da l'estremità e mi fa guidare i giochi. Ovviamente sono talmente eccitato che le prendo direttamente la testa e l'avvicino in mezzo alle gambe, poi riprendo anche la cintura e lentamente disegno un pompino, con la stessa maestria di come lei lo fa coi cocktail. Lei è bravissima, si lascia guidare e come è sua consuetudine nelle cose che sa fare bene, attiva il pilota automatico. Tutto con la sola bocca, un lavoro di centinaia di muscoli, senza uso delle mani. Dopo questo vorrei essere cremato e sciolto in qualche intruglio fatto da lei. Lo chiami come vuole.
    
    Un attimo prima di venirle in gola, forse per rispetto, trovo la forza di allontanarle la testa, ricambiandole il favore, ma questa volta senza cintura, non amo essere guidato e con la lingua comincio a esplorare le sue labbra, umidissime, gocciolanti, è eccitatissima Sara. Io come lei, comincio a disegnare curve immaginarie, spirali di piacere. Mi aiuto con le dita, ne conto 3 alla volta, il clitoride in esplosione, lei non urla, forse per non farci scoprire, la musica in alto è forte, se eruttasse il Krakatoa non lo sentirebbe nessuno. Allungo la mano per farmi succhiare le dita, mentre ancora do tutto me stesso nelle sua parti basse ...
    ... e scopro che lei gode mordendosi le labbra, le mie dita libere non trovano nessuna lingua pronta a succhiarle. La lascio godere allora, fino a quando non può più serrare ancora troppo i denti, pena un sanguinamento. Nel punto di massimo godimento urla frasi sconnesse e mi invita a scoparla dove voglio, io mentre gliela leccavo ho continuato a masturbarmi e sull'orlo del piacere non sono riuscito ad accontentarla, forse illudendola l'ho messa a novanta e le ho inondato la schiena, facendo scomparire le fossette di Venere.
    
    Dopo una rapida pulita, ci siamo rivestiti. Risalendo ci tremano le gambe. Sono bellissimi i nostri sguardi complici. Porto su i pompelmi, spengo la luce e chiudo la porta. Lei torna al bancone, una collega l'ha sostituita, ma la coda è troppa perché non è brava come Sara.
    
    Sara è spossata, ma nel baccano della musica e nell'oscurità della discoteca lo so solo io. Rimette la guida automatica, guarda i volti, ascolta cosa vogliono, disegna le sue opere d'arte, prende le tesserine delle consumazioni e le buca con la pinzetta e solo in quel preciso momento mi accorgo che per ogni consumazione, un piccolo bollino di carta stellato cade sul bancone, rivestito di un panno assorbente blu in spugna. Inconsciamente Sara ha creato un mini cielo, una via lattea, per ogni stella un desiderio e quello mio si è avverato. Possibile che me ne sono accorto solo ora? Possibile che questa poesia la veda solo io, quanta disumana indifferenza negli urli sudati di una ...