1. Il piccolo cielo di sara


    Data: 13/11/2018, Categorie: Etero Autore: Wthinking, Fonte: Annunci69

    Sara è una bartender. È mora, snella. Molto graziosa, anzi direi proprio bella. Lei non lo sa, ma nei suoi movimenti sbadati trasuda eleganza da ogni singolo centimetro di epidermide. Il modo in cui si aggiusta i capelli poi, giuro che le darei un fermaglio, se non fosse così sexy quando raccoglie le sue ciocche nero corvino e le tira dietro l'orecchio, scoprendo almeno una decina di piercing luccicanti. Ogni tanto si ferma ad aspettare, guarda chi le chiede da bere, si gira verso centinaia di bottiglie disposte a piramide e scopre la curva piacevole della sua schiena, una chicane abbronzata e quelle maledette fossette di Venere, sulle quali vorrei farci tanti giochi bagnati da tempo.
    
    Lavora nella parte estiva della discoteca, disposta su due piani, lei al piano di sopra armeggia con estrema disinvoltura sacchetti di ghiaccio, dispenser di bevande gassate, shakers e altri oggetti per i pestati. Coi manici delle bottiglie ci sa decisamente fare. Ogni tanto pare che metta il pilota automatico, è così brava che può permetterselo. Io la osservo da parecchio, prende il bicchiere, ci mette del ghiaccio, disegna il tuo cocktail di mille colori e te lo porge con un sorriso, poi ripete la stessa cosa all'infinito, cerca uno sguardo, ascolta che vuole, ridisegna un altro cocktail, ogni tanto le sue labbra seguono il testo della canzone ed io canto insieme a lei.
    
    Questa volta è il mio turno, le chiedo un San Francisco, lei strabuzza gli occhi, sghignazza e dice che è da donne, ...
    ... allora cambio cocktail, lei si scusa e comincia a prepararmelo. Nella sua preparazione io ci vedo un'opera su tela, lei si volta, le fossette ce le ho stampate in testa che neanche più le guardo, si china a novanta e cerca i pompelmi, ma non li trova. Si volta verso di me, dice che va in magazzino a prendere gli agrumi e che ho vinto un giro con lei, perché la porta sulle scale del magazzino non riesce a tenerla aperta in contemporanea col sacchetto dei pompelmi, che va trascinato.
    
    Forse nella vita morirò 2 volte, perché una volta è già successo solo al pensiero di stare con lei in un magazzino. Non ricordo la strada che ho fatto, so solo che sono con lei a tenerle la porta, mentre lei cerca gli aspri frutti della terra.
    
    Lo sguardo fisso sul suo bellissimo culo, assicuro la porta ad un gancio e cerco di darle una mano scendendo dalle scale.
    
    Una volta arrivato agli scaffali si spegne la luce temporizzata, l'interruttore è furbamente disposto anche vicino agli scaffali, solo che ha la lucina fulminata e facendomi guidare da Sara riesco a trovarlo, ma non funziona. Sembro un cieco, che cammina mettendo le mani avanti in cerca di ripristinare la luce, la bartender ride della mia goffaggine, sbadatamente con le mani le sfioro un seno ed un brivido gradazione zero assoluto mi pervade la colonna vertebrale. In quel preciso momento Sara non ride più, si cinge al mio corpo e comincia a limonarmi come una liceale in calore, il respiro si fa affannato, gli schiocchi delle labbra e ...
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