1. Premura e partecipazione


    Data: 13/11/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    E’ un venerdì di fine ottobre, il tempo non &egrave né bello né brutto, &egrave malgrado ciò alquanto indefinito, quasi diabolico e malvagio, Liliana &egrave in piedi in cucina che beve il suo primo caff&egrave mattutino, nero e amaro come il suo stato d’animo. Lei non ha fame, giacché lo stomaco &egrave agguantato da una sgradevole morsa, lei guarda studiando il calendario con le annotazioni e quella penna che copre le date. Fra pochi giorni compirà quarantasette anni d’età, si tocca la guancia destra, ha un po’ di dolore e pensa alla sera prima, alla scossa e al cervello che ha armato le sue mani distruttive, quando ha scaraventato il piatto dell’arrosto per terra, alle roventi parole uscite fuori come serpi, definizioni fisiche le sue eruttate come lava. Una rabbia non contro qualcuno né qualcosa di specifico, bensì collera e rancore, punto e basta.
    
    Adesso prova disgusto, imbarazzo e vergogna, dato che decide di ritornare a letto mentre il marito dorme con un’espressione mite. Lei lo guarda, in quanto &egrave la colonna portante della casa, il suo porto sicuro, lo stabilizzante naturale dell’umore, come s’autodefinisce, eppure lei &egrave una furia incontrollata, devastante e pervasiva, per il fatto che lo aveva sfidato la sera prima con quell’inedita ostilità primitiva e piuttosto rozza. Lui per la prima volta era sceso nell’arena emotiva di lei, aveva perso la pazienza e l’aveva picchiata con furia cieca, sì, proprio lui, l’uomo bilanciato, mite e pacifico, incapace ...
    ... del maltrattamento e della violenza, in quanto era per lei invece sostanza esistenziale.
    
    Lui l’aveva battuta sulla schiena e sulla testa e quel dolore l’aveva placata all’istante, dal momento che nessuna parola era uscita dalla sua bocca, intanto che la mente era occupata a registrare una sensazione nuova, il corpo percepiva come non captava sorprese da tempo per quell’uomo con il quale viveva ormai da quasi quindici anni, quando lei era in balia della tempesta allora gli vomitava addosso tutta la sua agitazione, la devastazione, la disperazione e l’irritazione e lui scappava anche fisicamente. Più d’una volta, invero, se n’era andato da casa lasciando che Liliana riprendesse il controllo, che esaurisse totalmente quell’energia negativa e sanguinaria che le infestava rudemente l’anima e burberamente il corpo, lei rimaneva da sola come una bestia rabbiosa e violenta che ha ferito cercando di leccarsi a suo modo le piaghe, però ieri no, perché ieri l’uomo assennato, equilibrato e posato aveva insperatamente reagito contrastandola con violenza cieca e Liliana aveva provato paura, poi si era messa a scrivere furiosamente sbattendo sui tasti del PC come per volerli annientare.
    
    Attualmente lui riposa beato, solamente lei &egrave adesso sveglia alle sei d’una domenica mattina, con i pensieri che la sua piccola testa non riesce né ad accogliere né a contenere, dal momento che cozzano stridendo l’uno contro l’altro come macchinine all’autoscontro che generano calore, un ardore e ...
«1234»