1. La compagna di scuola di mia figlia


    Data: 02/11/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: AlePnroip, Fonte: EroticiRacconti

    L'amica del cuore di mia figlia dormiva spesso da me, poi al mattino insieme se ne andavano all'università. Era di casa e da noi i formalismi non erano di casa, non ci facevamo problemi a girare pressoché nudi per casa e non c'erano problemi di sorta nemmeno per Cristina. Ormai erano anni che la conoscevo e che veniva a casa nostra con Paola, mia figlia. Quella mattina aspettai che uscissero e come al solito mi recai in cucina per farmi un caffè e rigorosamente nudo come al solito. Avevo voglia di infilare il cazzo in qualche buco, ero in tiro e avevo una voglia matta. Andai in bagno, persi il rasoio e mi feci la barba e poi aprii l'acqua calda per farmi la doccia. Sotto il getto bollente il cazzo pulsava e presi la spugna, ci strofinai per bene il sapone in modo che facesse tanta schiuma e cominciai a strofinarmi il cazzo, lentamente, i coglioni, e via via per tutto il corpo. L'uccello era gonfio e sembrava volesse scoppiare mentre mi masturbavo piano, lentamente, per tutta la lunghezza. Poi vidi un'ombra oltre al vetro appannato, mi fermai e coprii il cazzo: Cristina era oltre al vetro con quella canotta enorme, i suoi capelli rossi arruffati una mano sul seno e l'altra tra le cosce.
    
    "che cazzo fai qui?"
    
    Quella mattina Cri aveva detto che non stava bene e che si sarebbe alzata dal letto. Ma non lo sapevo. Così me la ritrovai davanti alla cabina della doccia senza sapere perchè.
    
    "Volevo restare un po con te"
    
    "Lo sai che potrei essere tuo padre?
    
    "Si, lo ...
    ... so"
    
    E sfilò la canotta restando nuda, i capezzoli diritti e i peli del pube, rossi, ben curati, in mezzo ai quali le dita affusolate scorrevano.
    
    "Non smettere ti prego"
    
    "Cosa"
    
    "Masturbati ancora per me"
    
    e mi guardava il cazzo che nel frattempo non era sceso.
    
    Lo ripresi in mano e cominciai a segarmi mentre la guardavo, le labbra dischiuse, i capezzoli diritti su quel seno rotondo, gli occhi verdi ipnotizzati dal mio cazzo, le sue dita che si facevano largo in quella piccola figa bagnata.
    
    Uscii dalla doccia, presi un asciugamano e la guardai fissa negli occhi splendidi.
    
    "Voglio che mi scopi, ti prego Ale"
    
    Non ho resistito e l'ho abbracciata, ho avvicinato la mia bocca alla sua, le ho infilato la lingua a cercare la sua mentre la stringevo e lei stringeva me, il suo bacino a cercare il contatto con il mio uccello, le sue mani sul mio corpo le mie sul suo.
    
    L'ho sollevata e portata in camere mia, appoggiata sul letto, divaricato le gambe e ho infilato la lingua tra le sue cosce mentre lei mi offriva la figa bagnata da bere.
    
    "Sono la tua piccola troia, ti prego, la tua troia"
    
    Il suo clito tra le mie labbra, lo succhiavo e lei perdeva la testa, il suo respiro aumentava di intensità la voce diventava roca, si inarcava, gemeva, fremeva.
    
    "Godi nella mia bocca puttanella"
    
    E ha goduto, sconvolta dai tremiti e emettendo versi degni di una scrofa.
    
    "Ora insegnami a farti godere"
    
    Mi dice con aria adorante mentre si sfila dalle mie grinfie sorridendo e ...
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