1. FOLLE LIBIDINE


    Data: 29/10/2018, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Autore: Anays, Fonte: RaccontiMilu

    Ho voglia di cazzo, sono in fiamme, ho un folle desiderio di cazzo, sento il sangue al basso ventre che scorre, sale dalle grandi labbra lo sento nella vagina, sento i muscoli del canale pulsare, battere, mi causano dei brividi delle scosse elettriche che dalla schiena raggiungoni il cervello, voglio essere catturata, scopata, posseduta dal volere di un maschio a suo piacimento, a suo comando.
    
    Mi sono destata da un breve quanto agitato dormiveglia animato da un sogno incredibile, tanti cazzi mi penetravano uno dopo l’altro, erano belli, grossi, turgidi, entravano, entravano senza mai uscire, sentivo solo il piacere della penetrazione, mi riempivano, non finivano mai. Ora sono sveglia, con un lago fra le gambe e tanta voglia di cazzo, ho voglia di farmi sbattere con forza, con violenza da qualcuno che ne sia capace, qualcuno che non sia quello stronzo egoista di mio marito che mi sta russando accanto, è a causa sua se mi trovo in questo stato, ha iniziato mezz’ora fa subito dopo aver pranzato al ristorante dell’hotel qui ad Hammamet, saliti in camera mi spinge sul letto, mi stuzzica, mi strizza i seni, mi stimola il clitoride, spalma sul mio culo del gel lubrificante, incunea le sue dita nel buco per adattarlo alla penetrazione e subito dopo irrompe col suo cazzo, ha incominciato a muoversi scompostamente e dopo appena qualche colpo ha riversato il suo sperma nel mio intestino, ha sfilato il suo uccello moscio si è girato dall’altra parte e ha iniziato a russare ...
    ... lasciandomi inappagata e insoddisfatta, e con questa voglia addosso. Vaffanculo! Mi alzo, faccio una veloce doccia che mi rinfresca solo esternamente lasciando inalterata la bramosia che mi tormenta, indosso un minuscolo tanga e un reggiseno talmente piccolo e leggero che non può reggere nulla, anzi è il mio seno a sorreggerlo, mi allaccio in vita un trasparente pareo e mi porto in spiaggia la mia voglia di cazzo. Lascio l’aria condizionata della camera, attraverso il giardino con piscina dell’albergo arrivo sulla battigia e mi siedo, infoiata come una cagna in calore, su una poltroncina sotto un ombrellone.
    
    Sono le prime ore del pomeriggio fa un caldo infernale e in spiaggia c’è pochissima gente, c’è qualche bagnante in acqua e proprio di fronte a me tre atletici e aitanti tedeschi. Mi guardano con insistenza, ricambio le occhiate e sorrido con aria sbarazzina, mi alzo mi giro di spalle, tolgo il pareo e il reggiseno li appendo ad una stecca dell’ombrellone e mi risiedo, poggio un tallone del piede destro sul sedile della poltrona e spingo avanti il culo fino a toccarlo mettendo in bella mostra il sottile triangolino di stoffa del tanga che pretende, senza riuscirci molto bene, di contenere la mia sempre più vibrante passerina. I ragazzi di fronte mi osservano e si danno di gomito a vicenda, io mi mostro serena e fingo di non accorgermi dove sono diretti i loro sguardi, ricambio i sorrisi che il più intraprendente dei tre mi rivolge con insistenza e, incoraggiato dal mio ...
«1234»