1. Ventisei. -parte terza- (storia vera)


    Data: 26/10/2017, Categorie: Hardcore, Maturo Autore: naked_lunch_er, Fonte: xHamster

    La suoneria passò i giorni successivi a tormentarmi i coglioni insistentemente. Un carico di inutili sms con domande cretine stile “Dove sei?” o “Cosa stai facendo?” non solo erano uno spreco di credito, ma anche un illogico spreco di tempo. Calcolando che non facevo certo la vita di James Bond, non potevo che stare nei soliti posti dove generalmente tutti noi pisquani con uno stipendio medio restiamo.
    
    Principiai a palesare che fosse una persona molto solitaria e con scarsi interessi; sul primo aspetto della cosa nessun problema , sul secondo iniziarono i primi seri problemi di interazione tra di noi.
    
    La frase “Non cacarmi il cazzo e fatti una vita tua” era qualcosa che per empatia faticavo sempre di più ad evitare mi varcasse l’arcata dentaria.
    
    La accontentai per vederci la sera dopo, andando a bere qualcosa. Vagliando che stava per ordinarmi una birra dopo che le avevo già largamente rivelato precedentemente di essere totalmente astemio, mi fece fiutare che le sue orecchie erano congiunte da un dotto che aggirava completamente la sua materia grigia.
    
    Riflettendo che il più delle volte ero io ad iniziare le conversazioni, le lasciai campo libero e disgraziatamente ottenetti il mutismo supremo. Persino il casello automatico dell’autostrada che percorrevo per incontrarla, era più loquace di lei.
    
    Cercai di riparare alla situazione pagando il conto e invitandola a fare un giro a piedi e quando le tornarono le parole, mi propose di fare una capatina in un ...
    ... motel.
    
    Accettai rincretinito dalla curiosità di venire al dunque, considerando che ormai ella non voleva che quello.
    
    Varcata la soglia della stanza, fui sollevato nel constatare che il posto non era poi male; rilassato dalle luci soffuse me la tirai vicino e iniziammo a baciarci. Tra una pausa e l’altra mi spogliai, ma lei espresse il desiderio di strapparmi di dosso la camicia, cosa che rifiutai considerando che poi non sarebbe certo toccato a lei raccattare e rammendare i bottoni sparsi in giro. Non contenta volle che io indossassi i suoi collant neri e le risposi “Non ho voglia di imitare Renato Zero, abbi pazienza” e mi calai i pantaloni alle caviglie e sorpresa delle sorprese, lei scoprì con ilare delizia che non portavo la biancheria.
    
    Lei ridacchiò divertita, con il cazzo che per il moto di calata dei jeans, ancora scampanava battendomi sulle cosce. Un po’ arrossita l’eccitata segretaria, si inginocchiò e mi fece una fellatio.
    
    Mi godetti la sua graziosa testa rossa fare avanti indietro, con il tepore bagnato della sua bocca gettare benzina sul fuoco della mia libido.
    
    Dovetti sospendere prima che la cosa potesse procurarmi un orgasmo anticipato e la accompagnai verso il letto. Scoprii che era piuttosto reticente a spogliarsi interamente e non insistetti: sventuratamente non tutte le curvy hanno un buon rapporto con la proprio corpo e la cosa mi fece una certa tenerezza.
    
    Denudai lo spogliabile, per cui restò con la camicetta aperta, i seni fuori dalle coppe del ...
«12»