1. ASIA PERVERSAMENTE ASIA


    Data: 16/10/2018, Categorie: Anale Sesso di Gruppo Trans Autore: asiatrav82, Fonte: xHamster

    Ci siamo incontrati in una strada di un quartiere popolare, presso
    
    il solito bar. Non ci vediamo da un mese...sono incontrati in una strada Siamo affamati di sesso....quando sale in auto smetto di pensare perdo tutta la mia razionalità,e che
    
    Pensa cosa sia meglio o peggio fare, quando sono con lui....Sento come un click e una parte di me stessa si stacca ed entra in stand-by...ci siamo incontrati perché lo volevamo, ma anche per caso. Messaggino
    
    dopo messaggino attraversando la città in lungo e il largo, ci siamo
    
    intercettati… in ogni momento lei pensava di riuscire a schivarlo
    
    ma ad ogni semaforo e ad ogni incrocio non faceva altro che avvicinarsi.
    
    «Sono in città tra mezz’ora se vuoi ti do una bella botta,»
    
    e poi mezz’ora dopo: «Sono al solito bar.»
    
    Io pensavo di passare solo a vederlo, intanto raggiungerlo,
    
    intanto arrivare fino da lui. Una forza magnetica mi ha guidato
    
    fino al bar dove mi aspetta, ma non mi dà il tempo di scendere
    
    o aprire bocca e sale in macchina. Io divento stupida e smetto di
    
    articolare pensieri e parole, lui con un sorriso beffardo tira fuori
    
    distrattamente i preservativi dal portafoglio. Io non sono più
    
    padrona delle mie azioni. Ho messo il pilota automatico e non
    
    parlo se non a monosillabi. «Non dovresti far salire sconosciuti
    
    in macchina, potrebbe essere pericoloso.» Si diverte. Anche io
    
    mi divertirei se fossi presente, ma non ci sono, la casa è vuota. È
    
    mezzogiorno di un caldo maggio cittadino. ...
    ... Il cielo è grigio e tutta
    
    la città in fermento vive la produttività metropolitana.
    
    «Dove andiamo?»
    
    «Ti porto io.»
    
    «Ma non ci sono luoghi tranquilli qui.»
    
    «Sì, vedrai, sottopassaggi luridi sotto la tangenziale.»
    
    «Ma io ho un po’ paura.»
    
    «Meglio.» Non ho paura davvero, non ho paura del lerciume
    
    della tangenziale, ho paura di me e della mia dissociazione.
    
    Ecco parcheggia davanti ad un piccolo parco
    
    miserabile, incastonato tra un edificio abbandonato e lo svincolo autostradale,
    
    popolato solo da un barbone sulla sua panchina che riposa ad occhi
    
    chiusi. Un campo da pallacanestro abbandonato, un giardino
    
    per cani recintato, panchine e ghiaia a ridosso della tangenziale
    
    est. «Non fare tutto questo rumore con quelle scarpe,» mi intima
    
    mentre io guardo le mie stupende scarpe col tacco nuove che ho indossato con
    
    tanta gioia stamattina. Lo seguo il più silenziosamente possibile,
    
    non vuole svegliare il barbone, a me sembra di giocare e arriviamo
    
    in cima alla salita nella zona più rancida e nascosta di questo
    
    parco soffocato dalla città.
    
    Preservativi usati, pezzi di cartaigenica, tracce di liquami umani
    
    dappertutto, se ne sentono il forte odore «Che schifo, solo due erotomani
    
    come noi potevano finire qui.» Sono una trav, penso
    
    io, se una cosa la devo fare la faccio, controllo le prospettive, lui
    
    si poggia contro un albero, io mi accuccio e finalmente prendo
    
    in bocca il suo cazzo. «Sei una troia,» mi dice, «quanto lo ...
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