1. Un lavoro fatto coi piedi 2


    Data: 16/10/2018, Categorie: Feticismo Autore: Stay High, Fonte: EroticiRacconti

    All'uscita da lavoro, Daniela era ancora agitata per le novità. Aveva troppi pensieri per mettersi a cucinare, preferì fermarsi ancora al bar, dove ordinò un piatto di pasta e un bicchiere di vino.
    
    Il cameriere suo amico prese la comanda con faccia seria, quasi preoccupata.
    
    " C'è qualcosa, Gi ? "
    
    " Si. Volevo dirti che hai un ammiratore. E' venuto questo pomeriggio a fare domande. Lasciava intendere che desiderasse conoscerti. "
    
    " Un uomo ? Sei geloso con quella faccia così seria ? E lo sa la tua ragazza che sei geloso di un'altra ? "
    
    " Signora, sono solo un cameriere. non è gelosia. Però ci sono cose che non mi tornano, mi è sembrato uno abituato a chiedere informazioni.. come un giornalista, o un poliziotto.. e poi.. "
    
    " Poi ? Dimmi. "
    
    " Diceva di essere interessato a lei, signora, ma non mi ha chiesto il suo numero di scarpe. "
    
    Daniela fece del suo meglio per non scoppiare a ridere, ma tutto inutile, Gi si allontanò offeso.
    
    Larenzia: l'unico paese in cui la misura del piede sta nella carta di identità subito sotto il nome.
    
    Rideva, ma dentro già collegava i fatti, era stata vista entrare nell'ufficio del Megadirettore e subito dopo qualcuno andava a informarsi su di lei.
    
    Si sentiva come l'attrice di un film di spionaggio, un bel salto rispetto alla sua solita occupazione di segretaria poggiatesta.
    
    L'agitazione saliva, si risvegliò dai suoi pensieri solo alla vista di Gi che tornava con gli spaghetti burro e acciughe e il calice di ...
    ... Franciacorta. Quanto tempo era passato?
    
    Decise comunque di farsi perdonare per come aveva trattato l'amico prima, allungò le gambe sull'apposito sgabello e allentò i cinturini dei sandali, uno scivolò a terra, l'altro rimase a penzolare sorretto dall'alluce.
    
    Era un gesto codificato, con cui una signora indicava di volere un massaggio ai piedi e di essere disposta a pagare sul conto il tempo che il cameriere avrebbe dovuto dedicarle.
    
    Un onore enorme per il prescelto, che non sarebbe passato inosservato.
    
    Infatti Gi servì al tavolo in maniera impeccabile, poi, dimentico di qualunque offesa, si inginocchiò impegnandosi con dedizione al suo compito.
    
    La Dani intanto consumava tranquilla la sua cena e si godeva gli sguardi velenosi delle donne agli altri tavoli, indispettite da quella esibizione.
    
    Il giorno dopo se la prese comoda, non doveva presentarsi in ufficio, fino all'arrivo di Carletti il suo unico lavoro sarebbe stato studiare tutti i particolari del soggetto e della trattativa in corso, cose che poteva fare anche a casa. Non fece neppure la solita colazione al bar, uscì invece per negozi e finalmente potè comprare quegli stivaletti di camoscio che desiderava. Tacco basso, comodissimi, caldissimi, del genere che si può acquistare solo esibendo un certificato di matrimonio, oppure una liberatoria come quella che lei aveva appena ricevuto.
    
    Un altro vantaggio dell'essere a casa con del tempo, era di potersi fare per pranzo quelle cose che mai, per nessun motivo, ...
«12»