1. Passaggio ad una sconosciuta


    Data: 16/10/2018, Categorie: Etero Autore: fallo_ora, Fonte: Annunci69

    Era molto tardi, circa le due del mattino, quando ad un tratto mentre stavo per accendere la mia auto (che avevo posteggiato in un vicolo a 200 metri dal locale, centro di Reggio Emilia, nel quale ero stato con amici) e tornare a casa, una ragazza aprì lo sportello passeggero e con assoluta disinvoltura salì in macchina. Piuttosto sorpreso ma pronto alla risata (credevo avesse sbagliato vettura) le chiesi chi era e lei dopo avermi detto che si chiamava Laura mi chiese con altrettanta disinvoltura se potevo acompagnarla a casa visto che i suoi amici erano partiti senza di lei.
    
    Per pura curiosità le chiesi dove abitava e mi resi conto che per arrivare a casa sua avrei dovuto fare una quarantina di chilometri e almeno sessanta al ritorno. Con molta tranquillità le dissi che non se ne parlava proprio, che era tardi, non la conoscevo e che all’indomani avrei dovuto svegliarmi molto presto per andare al lavoro.
    
    In preda ad una crisi di pianto mi disse che le scocciava chiedere favori a sconosciuti, ma io ero la sua unica possibilità di tornare a casa prima che i suoi genitori scoprissero la sua mancanza, e siccome non era la prima cazzata che combinava in quel periodo suo padre non glielo avrebbe mai perdonato. Le risposi che le cazzate era anche brava a raccontarle oltre che a farle e che avrebbe fatto meglio a telefonare a casa. Per nulla sorpresa delle mie parole, dopo avermi fissato in silenzio qualche secondo, mi mise una mano sui pantaloni, anzi, sul cazzo e cominciò a ...
    ... dirmi cose del tipo:’eppure sono sicura che un piccolo favore come quello che ti chiedo in fondo in fondo non ti dispiaccia concedermelo!’.
    
    Solo allora mi accorsi che oltre ad un bel viso aveva anche un fisico notevole; lunghi capelli mori le scendevano sulle spalle dove incontravano una camicetta bianca, sbottonata abbastanza perché si intravedesse un seno di notevoli dimensioni. I suoi fianci erano erano stretti e la gonna che indossava non faceva altro che risaltarli, e come se non fosse abbastanza aveva gambe lunghe e toniche, di quelle che ogni uomo vorrebbe accarezzare almeno una volta al giorno.
    
    Cercando di mantenere un minimo di autocontrollo le chiesi se stesse scherzando, allora lei ribaltò il sedile e una volta sdraiata si tiro sù la gonna perché le fosse più comodo sfilarsi le mutandine.
    
    Confesso che a quel punto avevo già il cazzo duro e nessuna voglia di perdermi una così, per di più servita su un piatto d’argento.
    
    Non persi tempo, mi sbottonai subito i pantaloni e li abbassai assieme ai boxer fino alle ginocchia. Volevo che mi accarezzasse il cazzo mentre finivo di spogliarla, così glielo misi in mano; la sua mano era tiepida e ferma, ma la sua presa potente. Dopo averle sbottonato la camicetta le strattonai il reggiseno perché non vedevo l’ora di attaccarmi ai suoi splendidi capezzoli e le appoggiai una mano sulla fica depilata e calda ma appena appena umida. Mi accorsi che sebbene non avesse lasciato spazio a un possibile equivoco in quel momento ...
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