1. Realtà quotidiane di tutte noi - la mia realtà cap. 2


    Data: 15/10/2018, Categorie: Etero Autore: meridiana90, Fonte: Annunci69

    Ero rientrata da pochi secondi quando, il rumore del furgone nel garage mi fece schizzare il cuore in gola, non so perchè, non so come, temevo lui potesse leggere su di me quello che era da poco accaduto, come se ce lo avessi scritto in faccia che qualcosa di imbarazzante mi era successo. Effettivamente avevo ancora le gambe "rigate" di umori e la micia gonfia, inzuppata tanto da aver "ingelatinato" tutti gli slip. Appena Aldo entrò in casa diventai ancora più impacciata e cominciai a balbettare salutandolo con difficoltà... avevo paura fiutasse l'odore "pungente" del mio sesso umido. Aldò si avvicinò e ridacchiando mi guardò negli occhi, forse pensando che non stessi bene, o che avessi preso solo una "botta di caldo". Vide che avevo rossori ovunque: sulle lebbra, le guance il petto, come avessi la febbre. Mi accompagnò sdrammatizzando a fare una doccia. Mentre io mi spogliavo, cercando il più possibile di nascondere le tracce di quello che era successo nel bagno di quel bar, lui parlava della sua giornata di lavoro facendosi la barba. Tra una parola e l'altra, non sò come ma forse per una sorta di sesto senso maschile me lo ritrovai improvvisamente dentro il box, nudo... col cazzo durissimo in mano. Ero di spalle e non sapevo che dire. Zitta, sentivo ancora i brividi dell'orgasmo di un'ora prima ed eccitata dalla cosa, misi le mani al muro, come in arresto...
    
    inarcai il sedere indietro invitandolo molto volentieri a chiavarmi. Sentii subito il suo membro curvo e possente ...
    ... entrare a cappella chiusa ed aprirsi vigoroso la strada facendomi capire che aveva voglia. Mentre spingeva mi teneva con una mano davanti, appena sopra la fica, stringendomi, diede, molti affondi, veloci e decisi. Eccitato come non lo era stato da anni, mugulava e grugniva di piacere, tenendomi forte affondava fino quasi alla cervice, tanto che venni prima io, poi lui, all'apice del piacere si fece una sega con le mie abbondanti chiappe, schizzando fortissimo sulla mia schiena. Sentirlo durissimo e venoso, pulsare e schizzare sul mio fondoschiena fu estremamente virile, tanto che continuai a venire sditalinandomi a bocca aperta, godendomi un'Aldo che non avevo più ormai da una decina d'anni. Quell'uomo che avevo "ucciso" io, con il mio bigottismo da casilnga conservatrice stava dinuovo uscendo fuori. Ci rivestimmo in silenzio con due sorrisini stmpati in faccia, sereni cenammo con un'aria frizzante che ci mancava da anni.
    
    Andando in camera Aldo notò la borsetta verde gettata sul letto, la borsetta che usavo vestita "a festa" o per i ricevimenti. Io non sapevo come dirgli dell'incontro e del fatto che ce ne sarebbe stato un'altro, insieme a lui, così me ne uscii con la scusa che ero uscita con'un'amica a prendere un the e discutemmo sul fatto che come coppia avevamo bisogno di cambiare aria, di divertirci un pò. Aldo invece deridendomi, mi lasciò di stucco... Jesi non è piccola, ma neanche grande e se succede qualcosa anche di insignificante lo sa subito mezza "città". Lady ...
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