Desiderando Barbara, la farfallina - Racconti Erotici

Desiderando Barbara, la farfallina

Ricevo una mail.

Il solito goffo tentativo di frode che meriterebbe l'eliminazione istantanea se non fosse per il mittente.

L'indirizzo del mittente era stato "rapito" con le solite tecniche, probabilmente per leggerezza nell'usare sempre la stessa password.

L'indirizzo appartiene ad una Donna.

Una Donna che non ho mai visto, una Donna che conobbi quasi 10 anni fa, conobbi in una chat, una chat di lesbiche, una chat che frequentavo impropriamente in qualità di schiavo... del resto le lesbiche erano una striminzita minoranza.

Quella Donna mi disse di chiamarsi Barbara... Barbara come una compagna di classe del liceo per la quale nutrivo una palese, persistente, inconfessata attrazione. Omonimia su cui ha giocato senza mancare di costringermi ad affermare la mia preferenza per lei...

Una Donna che mi attraeva per quelle caratteristiche fisiche che a lei non piacevano, il sovrappeso marcato, il seno grande, la bassezza, i polpacci muscolosi...

Una Donna dalla quale ho cercato di difendermi, di tenere a distanza per impedire che facesse breccia in me per non soffrire di nuovo, una Donna che ha insistito fino a vincermi e che, quando è stata appagata dalla mia resa, dalla mia sottomissione, dalla mia disponibilità, mi ha ...

... semplicemente tenuto a distanza, la solita maledizione dell' "amico" , giustificando la condanna affermando che avrei potuto piacerle troppo.

Una Donna che vantava la propria abilità nella fellatio e che io avrei voluto onorare con il cunnilingus, che sarei stato disposto a tutto per incontrare, sognando un appuntamento in un tavolino di un caffè di piazza San Marco a Venezia, incontro surreale ed onirico da terminare con un bacio alla sua caviglia... unico contatto tra noi a sancire la mia totale sottomissione.

Dopo tanti anni credevo d'averla dimenticata, non frequento più quella chat e non ho avuto altri contatti con lei, finalmente sono fidanzato... eppure è bastato leggere il suo nome per rendermi conto di quanto potere abbia ancora su di me, quanto io desideri appartenerle o per lo meno farle sapere della mia sottomissione a lei, in modo che possa goderne, godere nel sapere che la desidero, che mi ha sconfitto a tal punto che preferisco soffrire inappagato sperando che Barbara si compiaccia del mio desiderio per lei incapace di dimenticarla.

Quanto sono debole!

Quanto è forte la mia natura di sottomesso!

Grazie, Barbara, per aver calpestato e trafitto il mio cuore da schiavo.

Grazie!

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