1. Melissa


    Data: 09/10/2018, Categorie: Etero Autore: Hurricane, Fonte: EroticiRacconti

    Estate 1995, con un amico prendiamo dei lavori esterni, in un caseggiato ex popolare della periferia di Milano, comprende 3 scale per 10 piani di altezza, appena ristrutturati con il cappotto e ci viene chiesto di dipingere.
    
    In totale eravamo in 4,si facevano le facciate di due colori, un rosso molto scuro e grigio.
    
    C'era anche un discount con delle ragazze che vi lavorano, e, tra queste, ce ne era una, Mellissa, davvero bellissima, non i miei canoni come fisico, a me son sempre piaciute piccoline, minute. Lei invece molto alta, con una chioma bionda e due occhi verde smeraldo.
    
    Un fisico prorompente, una terza abbondante di seno, due cosce altissime e ben tornite, un culo mozzafiato. Insomma quella che a Milano quando la vedevi pensavi fosse irraggiungibile.
    
    Quando usciva dal lavoro, passava sempre vicino ai nostri ponteggi, minigonna sempre cortissima, camicia che faticava a contenere quel seno magnifico ed una camminata del tipo "ce l'ho solo io".
    
    In realtà, tutti i giorni andavo a prendere qualcosa per il pranzo in quel negozio , ed avevo notato che evitava di guardare negli occhi le persone, neanche quando gli si chiedeva qualcosa, pensai che probabilmente non era una che se la tirava, ma semplicemente molto timida, ed il suo vestirsi così e non dar confidenza, era un modo per tenere distanti le persone.
    
    Un giorno, appurato a quale ora sarebbe uscita la aspettai fuori dal negozio.
    
    Mi dissi, mai provi, mai sai come andrà a finire.
    
    Usci dal negozio ...
    ... e mi avvicinai - ciao Melissa - gli dissi - ti va se ti accompagno fino alla fermata?
    
    Silenzio per un momento.... pensai " ora mi manda affanculo", ma ormai ero la.
    
    -sta arrivando mia sorella - rispose - domani, se vuoi - lo disse con un sorriso che mi fece andare di matto.
    
    - però è meglio che vai, non voglio che pensi male.
    
    - a domani, buona serata - sorrisi, avrei tanto voluto baciarla, ma sarebbe stato assurdo, e da pirla anche. Ma la guardai negli occhi, si vedeva chiaramente quanto mi piacesse. Non abbassò lo sguardo.
    
    L'indomani andai ancora al discount, arrivai a pagare, la salutai e le chiesi a che ora finisse.
    
    - oggi alle 13, ma alle 16 devo tornare, non so se mi conviene tornare a casa - disse.
    
    Presi la palla al balzo - potremmo mangiare insieme, conosco un posto dove si mangia bene e si spende poco - accettò per la sorpresa dei colleghi.
    
    Andai in baracca a cambiarmi, certo non ero in tiro, ma non avrei perso quell'occasione per nulla al mondo.
    
    Toni, il mio socio, non fece storie, anzi mi diede una pacca sulla spalla - tanto alle 16 sarai qua e voglio sapere tutto - anche se sapeva che non lo avrei fatto, non l'ho mai fatto, se non per i due di picche.
    
    Quando uscì mi trovò la, avevo una ritmo cabrio Palinuro in quel periodo, salì in macchina e con la capote panna abbassata, partimmo. La minigonna, immancabilmente , quando si sedette, sali verso l'alto e nonostante i suoi sforzi di mettersi a posto lasciava poco spazio all'immaginazione. ...
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