1. Venezia-Parigi (seconda parte)


    Data: 06/10/2018, Categorie: Erotici Racconti Etero Autore: vogliediamanda, Fonte: RaccontiMilu

    Quando riaprii gli occhi, vidi Luca in piedi, di spalle, già vestito. Vicino a lui Natascia si stava allacciando il reggiseno. Anche lei era di spalle; sotto gli slip, non molto sexy che indossava, si intravvedevano le forme del bel culo che la sera prima avevo leccato. Mi alzai, salutai. Oltre il finestrino, campi mossi da dolci colline coltivate con ordine. Antonio non era sul letto, evidentemente era in bagno.
    
    Ricordando la serata appena trascorsa, la pisciata notturna, cominciai nuovamente ad eccitarmi. Ma non avevo voglia di godere, solo di giocare. Mi venne in mente un giochetto che spesso facevo con Antonio, lo eccitava tremendamente. Presi in disparte, Natascia gliene parlai. Accettò con uno sguardo divertito e lussurioso, sembrava davvero un’altra ragazza rispetto a quella salita in treno a Venezia. Luca ci guardava con sguardo interrogativo.
    
    Antonio uscì dal bagno e si vestì, io feci lo stesso. Poi senza dare nell’occhio, mentre gli altri tre stavano parlando fra di loro aspettandomi per andare a fare colazione nella carrozza ristorante, presi un piccolo contenitore di plastica che Antonio ed io portavamo con noi proprio per fare questi giochetti. Era un po’ più piccolo di un vasetto dello yogurt; svitai il tappo e lo nascosi sotto un cuscino.
    
    ‘Andiamo!’ disse Antonio. ‘No, aspettate, abbiamo ancora un regalino per voi!’, esclamai.
    
    Presi Luca per la vita e lo discostai verso la finestra. Mi abbassai, cominciai a staccargli la cintura. Poi lentamente i ...
    ... bottoni dei jeans. Con la coda dell’occhio vedevo Natascia fare altrettanto con Antonio.
    
    Senza far calare i pantaloni infilai la mano dentro la patta per testare a che punto era il cazzo. Mi sembrava già un po’ gonfio, ma non troppo, come a me piace prenderlo in bocca. Gli abbassai i boxer, lo massaggiai facendo scorrere il palmo della mano sotto l’asta fino ai coglioni. Poi leccai delicatamente la piccola apertura che taglia in due la cappella, facendo scorrere la punta della lingua sull’incavo. Poi aprii le labbra, e lentamente lo feci entrare tutto in bocca, fino alle palle.
    
    Natascia, a fianco a me, abbracciava Antonio tenendo le mani sulle chiappe e in questo modo dandogli il ritmo con cui la stava scopando in bocca. Vedevo il suo cazzo uscire, per poi subito scomparire nuovamente fra le sue labbra.
    
    Anch’io ormai stavo procedendo con certa velocità. Il cazzo era durissimo,vedevo il suo ventre contrarsi, sentivo la cappella gonfia e pronta ad esplodere. Rallentai per dargli ancora qualche momento di piacere, passai la lingua attorno alla cappella un paio di volte, guardandolo negli occhi. Sembrava supplicarmi di farlo godere e così feci; presi di nuovo il cazzo in bocca, cominciai a succhiarlo rapidamente fino a che la cappella non esplose inondandomi la bocca di calda sborra. Quando finirono i fiotti, tenni ancora l’uccello in bocca leccandolo molto lentamente con la lingua. Poi cominciai a farlo uscire lentamente, stringendo le labbra e strizzandolo letteralmente ...
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