1. Il Sicario – Collana il Dravor Vol. IV


    Data: 05/10/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Lesbo Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... aveva nessuna intenzione di discutere. Discutere, Aro lo sapeva, avrebbe significato scendere a qualche compromesso. Forse più soldi, ma non lei. Quindi lui fece precipitare la situazione, le fu addosso, un ceffone la mandò lunga distesa sul prato e Isa gridò. Fine dei ragionamenti.
    
    Aro pensò di aver fatto una cazzata, le sarebbe rimasto il livido, invece nessuno se ne doveva accorgere. Il danno era fatto, la sua troia si sarebbe dovuta inventare una scusa, una caduta dal calesse era una scusa che poteva andare bene. Lui aveva intenzione di frustarla e strapazzarla, ma il viso non lo doveva toccare. Rimediò immediatamente prendendola a calci sulla pancia, sui fianchi e sulle natiche, si chinò su di lei e le strizzò un seno, poi le artigliò un capezzolo e la fece ululare. Isa era tramortita, sentiva male dappertutto. Era incapace di difendersi da quella furia.
    
    – Devi fare quello che ti dico troia, altrimenti ti rendo irriconoscibile e tutti sapranno quello che sei. Ti rovino e tu e quella puttana di tua figlia finirete in un bordello per schiavi. –
    
    Isa si arrese, quelle ultime minacce non potevano essere vere, ma lei non se la sentiva di andare a verificarle. Appena lui le diede un attimo di respiro, sotto uno sguardo implacabile, iniziò a spogliarsi, tutto tranne che prenderle e comunque i vestiti erano già strappati.
    
    La legò ad un albero con la schiena rivolta al tronco, i polsi tirati indietro e legati ad abbracciare l’albero, fece lo stesso con le caviglie, ...
    ... queste ultime furono tirate tanto indietro da farla protendere in avanti, trattenuta all’albero solo dai polsi, con le gambe aperte.
    
    – Bella vacca – commentò Aro rimirandola, poi si avvicinò e le strinse il seno, artigliò i capezzoli e Isa gemette. – Ti prego… –
    
    Lui strizzò più forte. – Rispetto cagna, io sono il tuo Padrone. Parla quando sei interrogata e rivolgiti a me come si deve. – Aro continuava a strizzare.
    
    – Padrone, per favore, mi fa male. Pietà. – Isa si era piegata, non aveva la forza e la volontà di resistergli.
    
    Aro teneva in mano una lunga frusta da carrettiere e guardava la sua nuova schiava, mai, neanche nei suoi sogni migliori, aveva pensato di potersi fare una come Isabella. Aro se la mangiava con gli occhi, quella bella e matura femmina, dalle gambe lunghe e tornite, statuaria e con molti spigoli, ma anche tante curve, il corpo pastoso e sensuale, fianchi ampi e morbidi, il culo opulento e soffice, le tette superbe. Era sua. Aro si eccitò della paura della schiava, si avvicinò alla preda. Isabella tremava in un modo indecente ed incontrollabile. – Non è ancora successo niente e già tremi – l’irrise Aro alitando sul volto di Isa. Le sputò in faccia. Lei trattenne un conato di vomito, lui indietreggiò e le passò l’impugnatura della frusta tra le gambe. Lei si irrigidì, ma lui insistette. La massaggiò sulla vulva, Isabella tremò di paura, vergogna, non poteva stringere le cosce ed il manico scivolò dentro di lei.
    
    Mai aveva immaginato che potesse ...
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