1. Ero una finta ingenua di paese e sono diventata …


    Data: 03/10/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: 1948, Fonte: RaccontiMilu

    Mi chiamo Luciana, vengo da un paesino di provincia a meno di mezz’ora di treno dal capoluogo di provincia, ho potuto frequentare l’istituto per ragionieri e prendere un diploma che può sempre tornare comodo soprattutto in una zona dove il lavoro scarseggia e spesso i caporali reclutano le ragazzine di quattordici anni per lavoro a nero.
    
    Da diplomata decisi di non andare all’università, che del resto non era neppure vicina. Decisi di cercare lavoro che trovai in città presso un professionista dove apro lo studio la mattina, effettuo conteggi, preparo gli atti che poi il titolare firma, riordino scartoffie; il tutto per undici ore al giorno.
    
    La paga è di oltre mille Euro al mese in nero, ma a 20 anni quello è un sogno per ogni ragazza. Questo mi consentiva di avere di una piccola indipendenza economica pur restando in famiglia.
    
    In realtà la vita di paese mi piaceva molto poco; nel paese non succedeva mai nulla e il passatempo di giovani e vecchi, sia adulti che ragazzi, era frequentare il bar e fare chiacchiere e spettegolare su tutti. I discorsi erano monotoni del genere: che auto s’era comprato questo, quello che s’è rifatto casa, hai visto il vestito di ‘quella’ riferendolo al guadagno del marito deducendo che ‘sicuramente deve avere un altro uomo’.
    
    In poche parole: l’ambiente mi annoiava.
    
    D’estate ebbi la fortuna di ritrovare una compagna di classe che si era diplomata con me e che era andata a Roma a studiare Economia e Commercio. Abitava in un ...
    ... appartamento di una parente anziana che le aveva dato l’alloggio a basso costo. Inoltre la mia amica mi disse di aver trovato lavoro a Roma come impiegata in un’azienda multinazionale per gestire le pratiche amministrative.
    
    Lo stipendio era buono: per lavorare quattro ore al giorno mille Euro netti al mese e contributi versati regolarmente.
    
    Lei mi propose di andare a Roma per lavorare nella stessa azienda.
    
    “Splendido!” esclamai “ma cosa ti fa pensare che assumano proprio me? Chissà quante altre ragazze ci saranno prima di me!”.
    
    “Si lavora parecchio con il computer perché molte procedure sono automatizzate” mi rispose la mia ‘amica Carla “e la caporeparto vuole gente giovane. In più tu hai già esperienza di lavoro, il voto di diploma non è male e ti sei diplomata bene”
    
    “Già! Mille Euro me lo darebbero qui per dieci ore al giorno… ed in più a Roma c’è da pagare l’affitto di casa!”
    
    “Vieni ad abitare da me. Io pago una cifra ridicola a questa mia lontana zia, se poi facciamo a metà stiamo alla grande”
    
    Per farla breve Carla mi convinse ed alla metà di luglio andai a Roma.
    
    Nella sede della società Carla mi presentò la coordinatrice del lavoro di circa trenta anni ed il responsabile del personale, anche lui giovane sui trentacinque anni.
    
    Con entrambe ebbi un colloquio ed il loro parere fu favorevole per l’assunzione e dal mese successivo successivo sarei stata una dipendente dell’azienda.
    
    Così qualche giorno prima dell’inizio del mio periodo lavorativo salutai ...
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