1. Al bar c’è una signora


    Data: 02/10/2018, Categorie: Etero Autore: -Andreami-, Fonte: RaccontiMilu

    Finalmente posso andare a pranzo. Che mattinata lunga. Per colpa di clienti un po’ troppo esigenti mi tocca lavorare anche nella settimana di Ferragosto!
    
    La scelta del bar dove andare a pranzo &egrave facile da prendere. Questa settimana &egrave aperto solo quello della piazza centrale del paese.
    
    Quando arrivo trovo il solito pensionato che ha già bevuto il caff&egrave e sta leggendo il quotidiano locale in un angolo. Dietro il bancone la barista.
    
    ‘Ciao Luisa’
    
    ‘Ma buongiorno! Non mi dirai che sei al lavoro?’
    
    ‘Eh, purtroppo mi tocca, ma anche tu vedo che non sei in ferie’ e le faccio un bel sorriso.
    
    ‘Eh già’
    
    Luisa &egrave una piacente signora di cinquantuno anni. Abbastanza alta, magra, capelli rossi, un po’ di lentiggini e qualche rughetta d’espressione. Con due tette da urlo, anche se solo viste qualche volta di sfuggita giù per la scollatura mentre mi posava il piatto sul tavolo.
    
    Mi sono masturbato qualche volta pensandola, devo confessarlo. Non &egrave bellissima, però ha quel non so che per cui me la fa desiderare.
    
    Da navigato voyeurista scelgo il tavolo con vista dietro il bancone, dove posso guardare il bel culo rotondo di Luisa. Oggi purtroppo ha un vestito scuro che le arriva al ginocchio, e non mi mostra che mutandine indossa. In compenso la scollatura &egrave generosa. Speriamo di riuscire a darle una sbirciatina.
    
    Eccola che arriva.
    
    ‘Cosa ti porto?’ mi chiede
    
    ‘Pensavo a qualcosa di fresco. Un’insalatona, di quelle che fai tu, ...
    ... con dentro un po’ di tutto’
    
    ‘Va bene, ci penso io. Da bere, il solito?’
    
    ‘Sì, grazie’
    
    Mentre aspetto prendo uno dei quotidiani a disposizione dei clienti e comincio a sfogliarlo svogliatamente.
    
    Sono qui da cinque minuti, l’aria &egrave calda, mossa solo da un paio di ventilatori. Il vecchietto nell’angolo si alza svogliatamente, lascia un euro sul bancone ed esce. Il campanello della porta del locale trilla.
    
    Luisa &egrave intenta a prepararmi l’insalatona.
    
    Il campanello trilla nuovamente. Alzo lo sguardo e davanti al bancone c’&egrave una signora, direi quarantacinquenne, anno più anno meno. Non &egrave la prima volta che la vedo al bar, deve lavorare anche lei da qualche parte in paese. Capello corto, ossigenato, maglietta bianca attillata che non nasconde due tette da quarta e un po’ di pancetta. Indossa una gonna corta beige, leggera e svolazzante. Le gambe sono belle, ben tornite e abbronzate. Il viso non &egrave bello, un po’ spigoloso, ma espressivo.
    
    Sarà il caldo, sarà la settimana di Ferragosto, ma l’ormone mi fa desiderare anche lei. Ma com’&egrave possibile?
    
    Torno a leggere il giornale e faccio finta di non pensarci. In sottofondo sento le due signore che parlano del più e del meno.
    
    La nuova arrivata si siede al tavolo alla mia sinistra. Girata verso di me. Con la coda dell’occhio vedo che ha le gambe un po’ aperte. Le apre e le chiude, come volesse farsi vento alla patata.
    
    ‘Luisa, ma che caldo fa?’
    
    ‘Guarda, non me ne parlare! Cosa ti ...
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