1. Sperimentare una fiaba


    Data: 28/09/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Io ti solletico garbatamente il clitoride con la punta della lingua, tenuto conto che la tua attuale abitudine nel dormire nuda, con la provvisoria apertura che m’offrono le tue gambe e il mio desiderio, si dimostrano un miscuglio eclatante, azzarderei dire sensazionale. Il tuo subconscio non sembra però particolarmente felice della mia dimostrazione d’affetto nel captare i mugugni e la stretta delle tue gambe, eppure la mia faccia resta lì, in quanto non ti offro la possibilità di chiuderti del tutto. A quel punto introduco con perizia la lingua nella tua pelosissima e nera fica: sei al presente accogliente, appassionata e irruente, ovviamente alquanto sugosa. Io francamente proseguo, non ne faccio un grattacapo, in tal modo ti penetro ripetutamente con la lingua, tenuto conto che questo gesto tu lo apprezzi enormemente elogiandomi, esaltandolo e riferendomi di proseguire, perché sospiri lievemente riaprendo le gambe.
    
    Io continuo, in quanto tu hai un ottimo sapore di pulito mischiato al fluido naturale che gradualmente il tuo organismo fabbrica in maniera autonoma al bisogno. Il tuo, in realtà, non &egrave mai stato un sonno leggero, ma l’aver innegabilmente e volontariamente esagerato abusando con le bevande alcoliche, giacché t’hanno spinto verso un dormiveglia innaturale. In quel momento io allontano la mia testa, malgrado ciò ti sento che mi domandi con la voce impastata di non smettere, dato che la faccenda mi eccita tantissimo, così che mi scaravento tra le tue ...
    ... gambe leccandoti l’interno della coscia e godendo appieno del tuo odore. Io ho troppa voglia di te, quindi sollevo il corpo e ti penetro, ti sono dentro e spingo con vigore, giacché vado avanti e indietro con pochi movimenti talmente intensi da farmi sentire d’essere già vicino al massimo.
    
    In quel preciso istante ho la netta impressione che ti stia arrendendo a una mia violenza, però la mano che mi poggi sul sedere per tastare la sincerità di ciò che credevi fosse un sogno mi rende evidente il tuo desiderio. Io non voglio sborrare così dentro di te, di questo andare esco e ti passo il cazzo acquoso sul ventre, sul seno e sul collo, prima di sedermi sul tuo viso ancora con gli occhi chiusi, spingendoti il pene nella bocca semichiusa. Tu in quell’occasione spalanchi gli occhi all’improvviso, poiché sembri sorpresa e spaventata, anche se in quella circostanza mi ritorna alla mente l’immagine d’un sopruso, d’una violenza, eppure io non smetto di scopare la tua bocca. Tu non puoi ostacolarmi, non puoi sottrarti neppure volendo, probabilmente neanche lo desideri, visto che inizi a succhiarmi il cazzo, carezzandomi le natiche con una mano e masturbandoti con l’altra. A dire il vero il tutto succede complessivamente con impazienza e nervosismo, considerato che per poco non si riesce neanche a esporlo: tu mi mordi con forza e non molli, perché se soltanto provo a muovermi mi fai ancora più male, dal momento che in un attimo sei passata alla conduzione del gioco e capisco di non aver ...
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