1. Asiago - Il rapimento


    Data: 25/09/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: VicentinoGrey, Fonte: EroticiRacconti

    Il paesino ai piedi dell’altopiano era sovrastato da una cappa di impenetrabile foschia. Marina aveva appena finito il turno serale al pub dove lavorava come cameriera e stava salutando il collega impegnato a chiudere la serranda. Era stanca, disillusa, mortificata dal concentrato di maleducazione che quel giorno le si era rivoltato contro. Erano appena le ventitré e non si vedeva nessuno. In autunno la gente non restava fuori a respirare fredda umidità. Il locale era pure su una strada secondaria ed era totalmente priva di traffico. Si avviò verso l’auto parcheggiata nella piazza in una zona malamente illuminata e rischiarata a stento dal giallo sbiadito di alcune lampade al sodio. Il silenzio era pressoché totale e si ruppe per un momento quando un motore fu avviato. La ragazza, imbacuccata nel suo pesante giaccone impermeabile, gettò un’occhiata verso la fonte del suono e notò un furgone che si mise in moto lentamente verso la piazza. Attese che le passasse davanti per attraversare dopo il suo passaggio. Alzò il bavero per non respirare direttamente il puzzolente fumo nero che usciva dal vecchio motore diesel e notò che la targa era sporca di fango e quasi illeggibile. Infilò la mano dentro la tasca del giubbotto per prendere le chiavi, ma si erano incastrate nella fodera bucata e non riuscì a sfilarle subito. Un cambio di marcia le fece girare la testa verso l’unica forma di vita che c’era in quel momento e vide il mezzo che tornava in retromarcia verso di lei. Notò che ...
    ... dal lato del passeggero s’era sporto un viso. Con il terrore che si manifestò improvvisamente, osservò che la portiera era già stata aperta, come se quell’uomo volesse scendere al volo. Il cuore iniziò immediatamente a battere nella gola e la paura le fece perdere preziosi secondi nel cercare di liberare le chiavi della macchina. Il panico le fece dimenticare di chiedere aiuto e tentò una fuga verso il centro del paese. Il furgone però accelerò la sua retromarcia fino ad affiancarsi. Marina scappò verso il vicino parco e stavolta riuscì a lanciare un grido d’aiuto. Non fece in tempo a lanciarne un altro: una mano le chiuse la bocca e un braccio le circondò le spalle, mentre qualcun altro la prese per le gambe e la alzò di peso. Con gli occhi sbarrati dal terrore, la giovane donna vide solo i rami nerastri privi di foglie che grondavano gocce di fredda umidità. Scalciò, si agitò, tentò disperatamente di liberarsi, ma fu tutto inutile. Fu trascinata dentro il furgone e bloccata con un paio di manette a un supporto interno. L’uomo che le teneva tappata la bocca la lasciò urlare, ma ormai il furgone stava correndo via nella nebbia. I due rapitori le dicevano di stare zitta e che non le avrebbero fatto male purché collaborasse, ma l’orrore di quello che era appena successo impediva ogni forma di razionalità e le grida echeggiarono incessanti. Marina si trovò in breve una ball-gag in bocca.
    
    Anche l’altro polso fu bloccato e la donna si trovò seduta e in balia dei due uomini che a ...
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