1. Maestro e schiava


    Data: 22/01/2024, Categorie: Dominazione / BDSM Tue Racconti Autore: pennabianca, Fonte: RaccontiErotici.xyz


    MI chiamo Sandra, ho 43 anni, sono alta, bionda e con gli occhi chiari. Ho un bel seno, una 3° piena, un ventre piatto ed un bel culo a mandolino, che sovrasta cosce lunghe e snelle. Da ventitré anni sono sposata con Riccardo, un bel maschio un po’ più alto di me, capelli biondi, splendidi occhi azzurri e dal fisico ben scolpito da anni di nuoto. Ci siamo conosciuti ad una mostra e, subito, non sembrava fosse scoccata la scintilla fra noi due. Son rimasta incuriosita per il fatto che lui non ha cercato di portarmi subito a letto. La cosa mi è sembrata un po’ strana, in quanto, fino a quel momento ero sempre stata corteggiata per uno scopo ben preciso: scoparmi! Invece lui mi corteggiava in maniera garbata ed elegante, creando situazioni piuttosto romantiche, come cene in luoghi da favola, fiori e tante attenzioni senza apparire interessato al sesso. Una sera, dopo circa due mesi che ci frequentavamo, mi ha portato nel suo appartamento e lì ho capito il motivo. Per lui il sesso, diciamo convenzionale, non era piacevole; a lui piaceva la dominazione. Son rimasta un po’ stupita, perché ero avulsa da questo modo di vivere la sessualità. Lui, con calma e tanta pazienza, alla fine mi ha istruito e, da quel momento in poi, ci siamo dati al nostro gioco preferito: padrone e schiava. Col tempo abbiamo affinato tecniche ed esperienza e, adesso, lo pratichiamo solo quando scatta in noi il desiderio di giocare. L’ultima volta è stato due sere fa. Eravamo a tavola e, mentre stavamo ...
    ... consumando la nostra cena, ci siamo scambiati il nostro speciale sguardo d'intesa. Nella nostra mente, sapevamo che entrambi, in breve tempo, ci saremmo trasformati in persone completamente diverse dal normale, con desideri e bisogni non visibili all'esterno, ma da esser condivisi solo da noi. Dopo aver finito di lavare i pochi piatti e ripulire il disordine provocato dal pasto, andammo in soggiorno per rilassarci e leggere. Riccardo era in piedi accanto al caminetto, quando entrai nella stanza. Vidi le fiamme tremolanti proiettare la sua ombra nera, alta e dalle spalle larghe contro il muro, netta contro il bianco dell'intonaco. In quel momento ho sentito un'ondata di desiderio di esser stretta dal suo abbraccio confortante. Mi avvicino lentamente al punto in cui è posizionato, dondolando i fianchi con estrema delicatezza. Gli chiedo se stasera finirà di scrivere la sua relazione amministrativa (lui è un dirigente di banca), ma mi sorride sornione e mi risponde che gli restano solo poche pagine, e che la finirà domani sera, quando sarà maggiormente in grado di concentrarsi su quell'argomento, perché, al momento, ha altri propositi che gli frullano per la mente.
    Lo guardo e sorrido.
    «Potrei sapere quali sono le cose che ti distraggono dal tuo prezioso lavoro?»
    Lui mi guarda e mi risponde in modo allusivo.
    «Per prima cosa, tu! Tutto quello che desidero in questo momento sei tu, con i tuoi capelli morbidi e lucenti, che ondeggino dolcemente nel calore del fuoco, e la tua ...
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