1. Il vento del passato


    Data: 16/09/2018, Categorie: Sentimentali Autore: Alba17, Fonte: EroticiRacconti

    Xhoana si avvicinò al cancello della casa abbandonata, o almeno a quel che ne era rimasto, e dolci ricordi la pervasero.
    
    Era da tanto tempo che non ci metteva piede in quel posto, ma i ricordi erano vividi.
    
    Percorse con la mente la sua infanzia, o più precisamente, il periodo quando quella casa era stata costruita, quasi 35 anni prima.
    
    Ricordò com’era stata tirata su dai suoi parenti, che all’improvviso si erano rivelati architetti, ingegneri, geometri... pur senza nessuna laurea in merito e sorrise orgogliosa.
    
    Ricordò il momento quando misero le fondamenta, ricordò che era estate e faceva molto caldo. La casa doveva essere edificata d’estate perché così l’acqua non penetrava alla base e non c’era pericolo che cadesse. Così le aveva spiegato suo padre.
    
    Ricordò quella gente che aveva contribuito a costruirla, la maggior parte della quale ormai era morta. Sentì la loro mancanza. I suoi occhi si riempirono di lacrime che pulì con il dorso della mano.
    
    Ricordò come venivano dopo i loro lavori perché dovevano finirla prima dell’inizio dell’inverno.
    
    Una volta finite le fondamenta, dovevano innalzare le mura, ma erano senza mattoni. E non avevano soldi. Adesso, dopo 35 anni, sembrava una cosa incredibile, un’impresa impossibile, ma all’epoca nessuno si perse d’animo.
    
    Con una specie di scatola di legno quadrata, divisa in due parti a forma di mattone, con della terra mescolata con della sabbia e acqua, lavorata e resa come una pasta dura, formarono i mattoni ...
    ... freschi.
    
    Ad un certo punto le scatole erano diventate tante, forse una dozzina, o forse di più, e con gli altri, grandi uomini, muratori per necessità, si era messa a dare una mano. Loro riempivano le scatole, e lei le prendeva e le svuotava per lasciarle seccare al sole. Ricordò che questi mattoni freschi, asciugati al sole, si chiamavano plithar, un nome buffo che all’epoca la faceva ridere...
    
    Ricordò che ne avevano preparati tanti, tantissimi e poi, una volta asciugati, avevano cominciato ad usarli per le mura.
    
    Pian piano la casa prese forma. Le mura, ogni volta che tornava da scuola, diventavano sempre più alte, finché un giorno trovò pure il tetto sopra.
    
    Era felice quel giorno. Saltellava gioiosa da tutte le parti. Ormai avrebbe avuto la sua camera. Finalmente!!!
    
    Entrarono che tutto era grezzo. Non c’era intonaco sulle pareti. Sul soffitto si vedevano delle travi di legno grandi e grosse che a lei facevano paura, ma il papà le spiego che adesso con l’inverno, dovevano stare così per forza, ma che non doveva preoccuparsi perché lui piano piano avrebbe provveduto a sistemare tutto e che la loro casa dei sogni sarebbe stata perfetta.
    
    Ricordò che tutti i parenti (zii di suo padre e suo zio) erano venuti ancora un paio di volte per coprire le travi e avevano formato un soffitto perfetto.
    
    Poi suo padre si metteva, la sera dopo il lavoro, a coprire i muri di malta, lisciandola con grande cura. Prima una parete, poi un’altra, e un’altra ancora.
    
    Prima una ...
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