1. Prova d'orchestra - seconda parte


    Data: 12/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: aramis2, Fonte: Annunci69

    ... di qualsiasi altra cosa al mondo. Se questo è amore, Aldo, allora penso di amarti, ma voglio anche saperlo, e penso di voler essere sedotto, perché non so cosa fare e mi sento spaventato, e voglio tenerti con me e non lasciarti più andare. Come passare la vita con te non ho idea, non finché non so chi sei, chi sono io. Non sono una checca, Aldo, ma non so quello che sono, chi sono. E voglio che tu mi tocchi, dovunque, dappertutto!”
    
    “Oh Giorgio.”
    
    Ed era tra le mie braccia, ed io ero tra le sue. Ho pensato stesse piangendo, o forse era la pioggia sulle sue guance, ma il suo viso era bagnato quando ha appoggiato la sua guancia alla mia e sono sicuro di averlo sentito singhiozzare. Ma forse non ero sicuro che fosse lui a piangere perché io ero in lacrime, stavo piangendo di felicità, non di tristezza.
    
    “Non avevo mai pensato che potesse accadere, Giorgio, mai pensato che sarebbe accaduto, che potesse accadere. Non ho mai sognato di trovare qualcuno come te, non ho mai sognato di trovarlo, di trovarti.”
    
    Si può stare abbracciati sotto la pioggia? Non ne ho idea, ma noi lo siamo stati, e ci bagnavamo sempre più. Non era tempo ne di parole ne di azioni, era tempo di stare insieme; conoscerci; di stancarci insieme; sentirci vivi insieme.
    
    Abbracciati abbiamo camminato nell'oscurità, fianco a fianco, e abbiamo parlato, delle nostre speranze e paure, delle nostre ambizioni, delle nostre case, dei nostri genitori. Ci siamo detti l'un l'altro i nostri sentimenti. E mentre ...
    ... camminavamo, ci tenevamo le mani. Qualche volta ci siamo fermati a baciarci ed abbracciarci, qualche volta il silenzio è caduto fra di noi. Mentre camminavamo le nubi si sono aperte, la pioggia si è fermata, le stelle sono comparse seguite dalla mezzaluna.
    
    “Giorgio, l'ora!” Aldo improvvisamente mi ha afferrato il braccio: “Guarda l'orologio, è quasi mezzanotte! I tuoi genitori?”
    
    “Succede che stia con gli amici sino a mezzanotte.”
    
    “Mancano dieci minuti a mezzanotte, devo portarti a casa; non voglio che tu abbia guai.”
    
    “Penso che mi piacerebbe che tu mi procuri dei guai.”Ho detto sognante.
    
    “Non intendevo quel genere di guai, idiota.”
    
    Aldo, il mio Aldo, mi aveva preso in giro.
    
    “Devo portarti a casa, dannazione, dov’è la macchina?”
    
    “A due chilometri da qui, non ce la faremo per mezzanotte.”
    
    “Potrei risolvere la cosa” Mi ha sorriso, anche al debole chiarore della luna potevo vedere lo scintillio dei suoi occhi.
    
    “Dimmi”
    
    “Se vuoi, solo se vuoi, puoi venire a dormire a casa mia. Ho due letti nella mia stanza, ma...”
    
    “Ma?”
    
    “Ma sono spaventato di avertelo domandato, perché...”
    
    “Perché...?”
    
    “Ti amo, Giorgio, non sono sicuro di voler dormire in letti diversi. Non sono sicuro di voler dormire mentre sono in camera con te. E non vorrei averti sconvolto.”
    
    “Ho fiducia in te, Aldo, ho fiducia in te. Non so fino in fondo quello che voglio, ma ho fiducia in te. E ti voglio anche.” E preso il cellulare di papà ho composto il numero di casa. Al quinto ...
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