1. Vecchie storie di caserma


    Data: 23/10/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: RedTales, Fonte: Annunci69

    ... scorrere tra le labbra e scendere in fondo fin quasi a soffocarmi. Continuò per un poco, quindi si spostò dietro di me, mi prese per i polsi e mi bloccò le mani sulla schiena quindi si appoggiò sul buchetto e cominciò a spingere. Non ebbi quasi il tempo per realizzare cosa mi stava facendo che sprofondò per buona parte dentro e, un attimo dopo avevo la sua pancia contro il culo. Male. Decisamente male. Mi sembrò di essere strappato, rotto. Gridai, provai a liberarmi ma la sua presa era ferrea. Continuò a vomitarmi addosso frasi del tipo “gridi come una troietta. Vedrai che ti piacerà. Verrai a cercarmi. Adesso che hai il culo rotto sei un vero soldato. Piantala di fare la fighetta...” Improvvisamente, non so come ma riuscì a tenermi i polsi bloccati con una sola mano e con l'altra sferrò una serie di sculaccioni su una chiappa. Al male di quel cazzo in culo si aggiunse quello per gli sberloni. Quando smise di sculacciarmi si impossessò di nuovo dei polsi con entrambe le mani e, finalmente, cominciò a muoversi. Fino a quel momento era rimasto fermo, completamente conficcato dentro di me, ma in quel momento iniziò a scoparmi sul serio. Mi faceva male tutto ma per lui la cosa era irrilevante e continuò, continuò. Quando si ritenne appagato del mio culo si spostò, ritornò al mio fianco e, tornando a bloccarmi la testa con le mani mi spinse di nuovo il cazzo in bocca riprendendo a muoverlo dentro e fuori, poi gridò: “adesso ho voglia di sbrodolarti in culo, ma voglio vederti in ...
    ... faccia!” Mi afferrò per un braccio e mi trascinò sul materasso, facendomi stendere a pancia in su. Mi strinse le caviglie con le mani e mi costrinse a portare i piedi, incrociati tra loro, sopra la testa. Adesso lui era in piedi davanti a me, il cazzo rosso, umido, tremendamente duro e terribilmente vicino al mio culo che non riuscivo a vedere ma sapevo trovarsi li, a pochi centimetri da quella grossa cappella: “che cazzo guardi, stronzo! In faccia mi devi guardare, non i coglioni”. Spostai lo sguardo incrociando il suo che sembrava ironico e sbeffeggiante. Nuovamente centrò lo sfintere e si appoggiò sopra. Abbassai lo sguardo. Il suo cazzo era premuto contro di me. Sembrava ancora più lungo. Lo vidi scendere lentamente dentro di me e contemporaneamente provai nuovamente una fitta. Ancora quella sensazione di qualcosa che mi rompe, mi apre, mi fa male.
    
    Provai a lamentarmi ma ricevetti solo insulti. Non potevo che guardare quel palo di carne che scendeva dentro di me sempre di più. Faceva male ma non potevo farci nulla. Alla fine sparì completamente dietro le mie palle. La sua pancia era nuovamente premuta contro di me. “Lo senti? Lo senti? E' tutto dentro? Lo vedi che ti ho sfondato di nuovo? Adesso sei la mia puttana. La mia puttana. Lo sai che sei la mia puttana? Lo sai che lo sarai fino all'ultimo giorno che starai qui? E ora ti scopo puttanella del cazzo...” Lui continuava a tenermi le gambe bloccate e io insistevo nell’abbassare la testa per guardare giù. Lui era sempre ...
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