1. Risultato squisito


    Data: 29/08/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Oggi &egrave una bella giornata primaverile, il sole &egrave già caldo, io sono alla finestra e osservo la vita che pulsa e che scorre, l’inverno si sta allontanando e la natura si sta magicamente risvegliando con tutti i suoi colori, i suoi odori e la sua allegria, visto che anch’io mi sto scuotendo dal lungo letargo invernale. In quel momento lo squillo inaspettato del telefono m’allontana distogliendomi lestamente dai pensieri, perché &egrave mia madre che mi sorprende chiedendomi:
    
    ‘Indovina un po’ chi c’&egrave qui?’.
    
    La sua &egrave una risposta leggermente intricata e oscura, perché da come si &egrave espressa non &egrave certo una delle usuali persone che vengono a farci visita, tuttavia pur sforzandomi nell’intento non riesco a individuare il prezioso ospite della mamma. A un tratto sento però la sua voce che annuncia:
    
    ‘Ciao Apollonia’.
    
    Diamine, da non crederci, giacché da parecchio tempo nessuno mi chiamava più in tal modo. Bartolomeo, ebbene sì, &egrave proprio lui. Va di fretta, parliamo cinque minuti, però mi rivela che la prossima volta che ritornerà a Chieti andremo tutti a cena fuori. In quel periodo mia madre aveva in custodia le chiavi d’un piccolo circolo estivo per studenti e Bartolomeo aveva conquistato l’attenzione, l’interesse e la simpatia di mia madre e non per ultimo anche la mia. Io rimango alla finestra, chiudo il telefono e la mia mente comincia a volare indietro nel tempo. Ero molto giovane in quel periodo, lui dieci anni più grande ...
    ... di me, a portata di mano, dentro casa: bello, simpatico, aperto, affascinante e naturalmente amante del meraviglioso mondo femminile. Bettina, Cristina, Franca, Lorenza, le sue amiche che spesso telefonavano:
    
    ‘No, Bartolomeo al momento non &egrave in casa’ – era la mia abituale e solita risposta, tagliando corto e chiudendo in tal modo l’argomento.
    
    Lui avrebbe dato volentieri due sculaccioni sul mio sedere per punire la mia scortesia, sennonché un giorno lo fece facendomi pagare quello sgarbo rincorrendomi per tutta la casa e una volta raggiunta la sala m’acchiappò per un braccio, si sedette sul divano e mi sdraiò sulle sue ginocchia. Alzò la gonna e abbassò le mutandine di cotone bianche con i fiorellini rosa, quella posizione mi eccitava oltremodo, il cuore batteva forte e l’attesa della sculacciata aumentava i battiti, giacché in seguito arrivò sonora e abbastanza forte, ma non troppo. Io traballai, perché non credevo che lo facesse per davvero, in quella circostanza feci finta di piangere e lui cominciò ad accarezzare lievemente le mie natiche:
    
    ‘Hai proprio un bel culetto, non c’&egrave che dire, sei la più bella donna che io abbia mai visto’ – mi disse lui alquanto aizzato.
    
    Quel gioco sennonché continuò nel cercare di conquistarlo ogni giorno usando tutte le armi della seduzione, per attirarlo a me, impressionarlo e provocarlo sfrontatamente. Mia madre vigilava, ma il suo lavoro non le permetteva una presenza costante, io entravo in camera sua mentre studiava ...
«123»