1. La conquista


    Data: 21/08/2018, Categorie: Trans Autore: mad4skirt, Fonte: EroticiRacconti

    La conquista
    
    Conoscevo Alessandra da qualche mese ormai, una bella transessuale colombiana, alta e magra magra, fisico asciutto e pelle liscia. Mora e con un cazzetto lungo e dritto, sempre vispo, che adorava farselo succhiare.
    
    Rimorchiata in un bar di Roma, in pieno giorno, è bastato pagare un caffè e mi ero fatta un’amica nuova, che fa sempre bene avere qualche amichetta con cui divertirsi…dal divertirsi a stare assieme c’è voluto poco, con quel carattere volitivo e passionale, una forza della natura sempre in movimento.
    
    Il suo era un carattere dominante, era chiaro, si vedeva dal trasporto con cui mi teneva la testa bloccata sul cazzo, o quando voleva per forza restituirmi tutto, cm su cm, se per caso l’avevo montata a sangue un attimo prima. Rimaneva sempre solare e giocosa, ma se voleva qualcosa potevi stare sicuro che l’avrebbe ottenuta.
    
    Già dopo un mese mi chiese di provare senza condom. Era solo il primo passo, ma io avevo paura, non si sa mai, sulla salute non si scherza. Lo chiese di nuovo, e poi di nuovo. E poi provò a farsi scopare senza, e poi provò ad appoggiarmelo, e di nuovo e di nuovo. Io non volevo, ma lei si.
    
    Poi una sera andammo a cena, scegliemmo una pizzeria lontano da casa, lei si vestì sexy per mettermi subito in imbarazzo, jeans attillati, top e pancia scoperta. Già soltanto in macchina non aveva fatto altro che toccarmi, in pizzeria mi torturò incessantemente massaggiandomi il cazzo con il piede e spedendomi messaggi pornografici su ...
    ... whatsapp. Era carica, lanciatissima, ed io avevo rischiato di sborrarmi nei pantaloni già un paio di volte, e le mutande fradicie. A quel punto era chiaro che dovevamo scopare di brutto quella sera; paghiamo e guido di corsa verso casa sua, mentre mi ingoia il pisello fino in gola, succhiando avidamente e massaggiandomi le palle. Continuò senza sosta a spompinarmi anche mentre rollavo uno spinello, innervosito perché ansioso di spaccare quel culetto caldo, ma anche confuso dallo stato costante di eccitazione e privazione a cui mi stava sottoponendo da più di un ora.
    
    Non ci pensai in quel momento, faceva parte del piano, ero sotto assedio: senza scorte, indebolito, e il dubbio che comincia a serpeggiare tra le truppe.
    
    La canna fu un colpo di catapulta, un masso che si abbatte sulle mura, che apre un varco, tanta polvere e la luce che filtra tra le macerie; la vista annebbiata, la testa ovattata, la sensazione di calore che si spande lentamente nel corpo, e i brividi che diventano sferzate di piacere quasi dolorose, un piacere diverso, animale, di liberazione. L’invasione era iniziata, i soldati nemici entravano a flusso continuo, abbattendo una ad una le difese del castello, miravano alla torre più alta; ed io che dall’alto osservavo gli eventi, divertito e preoccupato, col ghigno spensierato di chi non sa a cosa sta andando incontro.
    
    Mi dice “andiamo di là”, e mi accompagna tenendomi per mano fino in camera da letto, è dolce ed io sono lentissimo, mi spoglia nudo e mi ...
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