1. Avventure di uno qualsiasi - Segreti nella corte


    Data: 21/08/2018, Categorie: Anale Masturbazione Lesbo Autore: inciu, Fonte: xHamster

    Passai un giorno di quiete al mare dopo la tempesta con la zietta e la Vale, poi una mattina mi sveglia, c’erano rumori in cucina. Scesi le scale, entrai in cucina, sapevo già che poteva solo essere la zietta, ed invece no, era Evelina. La zietta gli aveva detto di passare a farmi la colazione, poi chiedermi se andavo in un indirizzo a prendere delle cose da un suo amico.
    
    Evelina di solito era vestita con pantaloni e magliette o canottiere ginniche, quella mattina invece aveva dei fuseaux bianche, attillati, che faceva vedere sotto che non portava mutandine o perizoma, come maglia aveva una camicia a maniche corte con una grossa scollatura, ovviamente non portava il reggiseno.
    
    Come tutte le mattine ero in tiro, ed è inutile dirlo, chiunque mi avesse toccato l’uccello quella mattina avrebbe trovato un arma carica. Lo sguardo di Evelina si fissò subito sul mio pacco, io la guardai, sorrisi, ma non dissi nulla. Non era male, e ora che l’avevo vista nuda dopo una scopata, dopo che anche lei mi aveva visto nudo, la vedevo sotto una luce diversa, ma qualcosa ancora non mi faceva venire la voglia di tirarlo fuori se non fossi stato provocato. Mentre mangiavo iniziò a parlare, stava seduta sulla sedia, ma sulle ginocchia, inarcata in avanti per farmi vedere sotto la camicetta la propria mercanzia.
    
    “Vedo che sei in forma stamane, ieri ti abbiamo visto andar via presto e rientrare tardi” “Son andato al mare” “Hai fatto bene” Si alzò per prendere un bicchiere, passando ...
    ... con una mano mi sfiorò dietro le spalle, era quello che stavo aspettando. Mi alzai di s**tto seguendola, una falcata e la raggiunsi, senza dir nulla misi le mani sui fianchi e abbassai i fuseaux in un colpo solo e quel tanto che bastava per avere accesso alla sua fichetta e con un colpo secco la penetrai. Lei emise un urlo di dolore, poi cominciarono i gemiti di piacere.
    
    “ Dai prendimi, scopami, fino in fondo, fallo come hai preso zietta.”
    
    Non avevo un ritmo increscendo, la martellavo, avevo la cappella in fiamme, ed essere entrato così, sentire la fica aprirsi e il suo corpo diventare duro mi fece eccitare ancora di più, non durai molto, l’eccitazione era troppa, difatti: “Girati troia che ti sborro quelle tette che ti ritrovi.” Feci una bella e copiosa venuta, quasi tutti gli schizzi erano sulle sue tette, tranne un paio che gli presi il collo e la camicia. Rimase a massaggiarmelo con la lingua, proprio come fece la zietta, finche il cazzo non divento flacido, poi me lo rimise nelle mutande e con una maniera di fare da attrice si diresse verso il bagno a pulirsi. Finito il suo lavoro uscì di casa senza nemmeno la camicetta chiusa, disse solo ci vediamo a cena e se andò.
    
    Mi preparai e decisi di uscire, in una volata in moto raggiunsi il bar, dove c’erano i miei amici intenti a vincere a carte contro Luigia che stava giocando nel tempo libero visto che in bar non c’era nessuno.
    
    “Ciao Inciù, proprio te avevo bisogno, mi han lasciato un messaggio, è nella busta ...
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