1. Cadorna, stazione di Cadorna (capitolo 12)


    Data: 15/08/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Mister Pink, Fonte: EroticiRacconti

    12 – Il nome
    
    Il freddo del vetro sulla schiena, la posizione a quattro zampe sul tavolino, l’ordine di rimanere immobile. Silvia stava sperimentando sensazioni nuove. “Stupida! Ma chi me l’ha fatto fare?”. Per l’ennesima volta si ripeté la domanda. Conoscendo però perfettamente la risposta. Perché se una parte di lei in quel momento provava a ribellarsi a una situazione per certi versi completamente assurda, ce n’era un’altra, preponderante, che invece la stregava. Inutile mentire con se stessi. Per quanto umiliante fosse quello scenario, nonostante le parole che aveva sentito, i comportamenti subiti, gli ordini ricevuti, Silvia sentiva crescere dentro di sé uno sconvolgimento emotivo mai provato. Con Piero aveva “giocato” diverse volte a schiava e padrone, a parole si erano eccitati raccontandosi scene simili, lui era arrivato a legarla al letto e a usarla per il proprio piacere, ma Silvia aveva sempre pensato che tutto ciò sarebbe sempre rimasto confinato alle mura della loro stanza da letto e a loro due. Invece ora...
    
    “E adesso cosa succederà?” pensò Silvia, il cuore che batteva forte, aspettando il ritorno dell’uomo, che le sembrava fosse uscito dal salone. Abbassò lo sguardo: il cristallo le restituì un’immagine tanto perversa quanto seducente. I capelli che scivolavano ai lati della testa, i seni puntati verso il basso, con quei capezzoli enormi che sembravano incapaci di ritornare in una posizione di normalità, le gambe aperte che mostravano nel riflesso la fica ...
    ... umida. “Se Piero mi vedesse ora...” pensò Silvia.
    
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    Tornai nel salone facendo attenzione a non fare rumore. Davanti agli occhi mi apparve quel culo sul quale avevo fantasticato spesso negli ultimi giorni. Dalla fantasia alla realtà, il passo era stato molto più breve di quello che mi sarei aspettato. Le ginocchia divaricate permettevano di ammirare quelle forme così invitanti. Le labbra della fica facevano bella mostra di sé, ma il culo sodo permetteva anche una bella visione del suo buco posteriore. Che a un primo esame visivo non sembrava neppure essere troppo vergine.
    
    “Tuo marito ti scopa nel culo?” le chiesi a bruciapelo.
    
    Un sobbalzo di spavento la scosse, l’acqua nel bicchiere minacciò di debordare, ma alla fine non mi concesse la soddisfazione di avere subito una scusa per punirla. Ma contavo di rifarmi molto presto.
    
    “Sì,a volte, Signore”.
    
    “E ti piace?”
    
    “Sì, Signore”.
    
    Allungai il cane che tenevo in mano. L’estremità flessibile di bambù andò a solleticare la rosellina.
    
    “Hmmmm” si lasciò scappare di bocca, mentre la punta allargava leggermente il buchetto non ancora lubrificato quel tanto da regalarle un misto tra fastidio e piacere.
    
    “Perché hai deciso di chiamarmi? E soprattutto, perché ci hai impiegato tanto?” la incalzai, mentre intanto il bastone dal culo si era abbassato alla fica. Le labbra grosse, carnose, lo ingoiarono quasi ingorde, mentre la punta si spingeva leggermente in alto alla ricerca del clitoride. Quando ...
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