1. Prime esperienze bisex


    Data: 14/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Maurocollant, Fonte: Annunci69

    Con Marco eravamo vicini di casa, e amici fin da subito, gli altri ragazzi erano tutti più grandi e quindi stringere amicizia fin da subito fu una cosa naturale stringere amicizia e, negli anni, consolidare questa amicizia.
    
    I giochi erano adeguati alla nostra età e, quindi, crescendo cambiavano anche gli interessi per cui giornalmente ci trovavamo, finita la scuola, o anche appena alzati quando c’erano le vacanze estive.
    
    Fosse per i giochi più semplici da bambini e poi, crescendo giri in bicicletta, scoperte di posti nuovi spingendoci un po’ più lontani da casa, corse lungo le rive dei due corsi d’acqua che passavano vicini al paese dove abitavamo, magari alla scoperta di cose abbandonate lungo i greti dei due torrenti.
    
    I giochi, o gli interessi su cui ci concentravamo per trascorrere il tempo cambiavano con il nostro crescere e anche l’improvviso arrivo della pubertà portò atteggiamenti e piacere adeguati al cambiamento fisico che la crescita determinava.
    
    Ci fu quindi un periodo in cui il contatto fisico era un elemento fondamentale del nostro gioco e così giocare a lotta era un modo per esprimere il nostro momento di cambiamento, misurarci con la nostra forza era un segno importante anche per i nostri ormoni.
    
    Lottare era impegnativo ed anche piacevole, perché ogni volta si stabiliva un pegno che avrebbe dovuto pagare quello che perdeva, il pegno poteva essere dal procurare la merenda per entrambi, al procurarsi i soldi per un gelato ristoratore, o sistemare ...
    ... la stanza in cui si era lottato e che era stata liberata per far spazio, all’eseguire per entrambi le mansioni lasciate dalle rispettive madri, e via di questo passo…
    
    Una delle estati di quel periodo ci trovò nel pieno delle nostre lotte giornaliere e così era più bello combattere senza maglietta e solo con i pantaloncini corti e qualche volta anche senza quelli, solo slip..
    
    Così una volta si decise che il pegno, per chi avesse perso, sarebbe stato baciare il cazzo a quello che vinceva. Impegnativo come pegno, era necessario vincere, la cosa di quel bacio mi dava un certo fastidio.
    
    Ma forse no, visto che fui io a perdere e, quindi, costretto a pagare quel pegno che trovai tutt’altro che schifoso, ma con un non so che di piacevole…di cui raccontai a Marco, perché mi piaceva che lo sapesse.
    
    Deviammo quindi il nostro piacere della lotta a sollazzi più piacevoli, che comportavano meno rischi di farsi male e, tutto sommato, sicuramente più piacevoli.
    
    A turno si andava all’edicola del paese e si rubava un giornaletto porno che poi ci sarebbe servito per dare il La alle nostre fantasie che facevano da sottofondo alle nostre seghe in compagnia.
    
    Abbassati i pantaloni e lo slip, ognuno per suo conto lasciava che la mano e la fantasia creassero i presupposti per far crescere il nostro piacere fino all’esplosione di sborra che poneva fine a quel gioco, e quella fine certe volte diventava imbarazzante, quasi a vergognarci d’essere nudi, tanto che rivestendoci certe volte ...
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