1. Scalini nella mente


    Data: 08/08/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Io non ho in nessuna circostanza adorato né amato sedermi su quegli scalini, sì, per l’appunto quei tre scalini che si trovano per le strade siciliane intorno ai quali molte persone trascorrono le ore serali degli afosi e opprimenti mesi estivi. Malgrado ciò, saltuariamente mi facevo coinvolgere e a dirla tutta da qualche tempo non mi dispiaceva, giacché quella congiuntura mi consentiva permettendomi d’avvicinarmi a quel sogno proibito, che dall’estate scorsa complice una battutina candidamente sfuggita, quest’ultima si era rapidamente impadronita dei miei più inconfessabili e sconci desideri aizzandomi e stravolgendomi oltremodo.
    
    Lei era sempre lì accomodata lassù sul secondo scalino, con un vestitino semplice di quelli per lo più indossati dalla maggior parte delle casalinghe di questa terra, perché quelle gambe con un gesto sensuale s’alternavano l’una sull’altra più volte, per il semplice fatto che per brevi istanti mi regalavano insperate vedute concedendomi scorci di paradiso. Concetta aveva un seno grande, io lo immaginavo morbido e tondeggiante come si riconosce effettivamente a una donna della sua età, per il fatto che i suoi trent’anni d’età invero mi suscitavano sensazioni indescrivibili, turbamenti straordinari, stupori indefinibili, peraltro inediti e mai provati prima d’allora. Di frequente io mi fermavo riflettendo sulla sua angariata quotidianità, sulla sua afflitta e martoriata solitudine che dopo il divorzio era divenuta sufficientemente palpabile e ...
    ... vistosamente reale, valutavo sui suoi sogni tenendo conto sul suo verosimile bisogno d’un uomo che l’abbracciasse, in quanto ogni volta immaginavo che un fuoco invisibile ai miei occhi devastasse la sua mente, sconquassando in conclusione il corpo di quella donna ben sviluppata e indiscutibilmente per me ricca di fascino.
    
    Su quegli scalini, in verità, ogni argomento era di pubblico interesse, perché pareva come se si leggesse un rotocalco aperto aggiornato all’ultim’ora, perché da ogni bocca svolazzavano parlantine linguacciute e mormoratrici senza meta, che a singhiozzo raggiungevano ora l’uno ora l’altro interlocutore, normalmente io assorbivo passivamente quei discorsi ribattendo raramente. Quando però da quel mucchio di parole mi raggiunse l’informazione che lei doveva montare una tenda nel salone e che da due settimane attendeva che quel lavoro fosse eseguito, non potei fare a meno di propormi senza molta enfasi né molte pretese annunciandole:
    
    ‘Guarda che se hai bisogno posso farlo tranquillamente anch’io, se per te va bene, io non ho problemi’.
    
    Appena percepii che stava valutando seriamente la mia proposta un brivido mi percorse la schiena, perché stavo per fare un salto di gioia, ma feci in tempo a contenermi, tenuto conto che in quella circostanza ci accordammo per la mattina successiva. Quella notte fu lunghissima, dormii male, perché non potevo fare a meno di pensare al momento in cui saremmo rimasti da soli in casa sua, sensatamente conclusi però che non dovevo ...
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