1. Mattino inoltrato


    Data: 02/08/2018, Categorie: Feticismo Voyeur Maturo Autore: LorenzoEros, Fonte: xHamster

    Premessa: le mie storie non sono hard, ma sono soft, autobiografiche e vere.
    
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    Sotto la finestra, nel chiarore diffuso, le lunghe tende ingiallite e impure mi parevano fatte dello stesso floscio tessuto di molti panni intimi sparsi per la stanza. Ero appena entrato nella sua stanza.
    
    Il pavimento era sparso di scarpe e di calze; presso l'uscio del bagno in un angolo quasi buio, si intravvedeva una vestaglia nera rimasta su una seggiola, come era stata gettata la sera avanti, mezza in terra e con una manica penzolante. Dalla camera, il mio occhio freddo e pieno di ripugnanza passò al letto sul quale giaceva mia zia.
    
    Al solito, lei non aveva pensato a ricoprirsi al mio ingresso ed era seminuda.
    
    Distesa, le braccia alzate e le mani riunite dietro la testa, contro la spalliera materassata di seta azzurra lisa e annerita; mi guardava fissamente, in silenzio.
    
    Sotto la massa di capelli sparsi in due gonfie ali brune, il viso appariva gonfio e colorito, divorato dagli occhi che l'ombra ingrandiva e incupiva in maniera mortuaria. Indossava una trasparente sottoveste rosa che le giungeva appena al sommo delle cosce; e, una volta di più, mi fece pensare piuttosto che rispetto ad una donna adulta che era, ad una bambina stagionata e irrispettosa. Il petto appesantito nascondeva lo sterno, il seno sporgente si rivelavano nelle ombre con due ...
    ... macchie scure e tonde, con un rilievo prominente. Ma soprattutto le cosce destavano insieme gradimento e lode: appariscenti e curvilinee erano proprio quelle di una donna che aveva ormai assorbito la carnosità dell’età.
    
    L'età di mia zia si vedeva difatti in alcune smagliature della pelle e nel colore: una bianchezza gelida, nervosa, maculata di misteriose chiazze quali bluastre e quali livide. "Spigoli," pensai, "morsi di Alberi." Ma sotto il ginocchio, le gambe apparivano perfette, con un piccolissimo piede dalle dita raccolte.
    
    Avrei preferito non mostrarle il mio malumore; ma anche questa volta non seppi trattenermi: "Ti ho pur detto tante volte di non ricevermi così, mezza nuda," dissi con un leggero dispetto, senza guardarla.
    
    Lei mi rispose, insofferente ma senza rancore: "Uh, che nipote austero mi ritrovo," E invece di tirarsi sul corpo un lembo della coperta, scalcio l’ultimo bordo ai suoi piedi con ripicca e istigazione.
    
    "Allora, oggi andiamo al cimitero?"
    
    "Andiamoci pure," disse tirandosi su e cercando qualche cosa dietro la spalliera del letto, "sebbene io mi senta tanto male e a loro, poveretti, la nostra visita non faccia assolutamente né caldo né freddo."
    
    "E' pur sempre tuo marito e tua sorella, ed pur sempre mia madre e mio zio"
    
    "Sì, certamente lo erano" sottolineò quell’ ‘erano’ con un tono di voce più forte.
    
    Adesso aveva trovato la peretta della luce e la premette. “La disgrazia doveva portarseli via entrambi… se non fossero almeno stati ...
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