1. Jap Story - Hentai


    Data: 20/08/2023, Categorie: Etero Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti

    La odio cazzo. Ma cosa le viene in mente di svegliarmi? Ma perché?
    
    Non lo capisce come sto? Non se lo immagina? Apro gli occhi e la guardo. Nonostante abbia la vista ancora annebbiata mi sembra fresca come una rosa, sta occhi a mandorla del cazzo. Ma lasciami, no? Vabbè, lo ammetto, se mi sorride in quel modo mi rende molto ben disposta nei suoi confronti, è chiaro. Che trucco del cazzo, come faccio ad arrabbiarmi ora? Come faccio a mandarla affanculo? Mi ha sorriso così stanotte quando… ok, sì dopo che l’ho fatta godere. Mi ha sorriso così quando è ritornata in sé, o forse non era nemmeno del tutto ritornata in sé ma mi ha sorriso lo stesso. Il sorriso più bianco e più bello del mondo. Ma mica era merito del suo dentista, eh? E nemmeno della mamma che l’ha fatta. Era merito mio, interamente.
    
    Due volte me la sono scopata, stanotte. Ma quanto cazzo grida strano! Sì d’accordo, anche io faccio una lagna insopportabile, è vero, ma lei sembra proprio che pianga. Prima piange e poi, bum, quel sorriso. Due volte, me la sono scopata due volte così. Una ficata pazzesca, d’accordo. Ma lei? Quante volte mi si è ripassata? Venti? Cento? Un milione? Metti che siano state un milione di volte, no? Ecco, almeno novecentomila avrei voluto urlare “basta, basta, non ne posso più!”. Non ce l’ho fatta a fermarla, è vero. E se non ce l’ho fatta è perché era troppo bello per chiederle di fermarsi. Questo non significa però che non mi abbia distrutta.
    
    “Andiamo capelli gialli, o ci ...
    ... perdiamo il meglio di Firenze”, mi dice. Sai che cazzo me ne frega a me del bello di Firenze. Non posso rimanere qui, che so, un altro secolo? No, evidentemente non posso. Mi prende per una mano e mi tira su dal letto. Cazzo, ma dove la trova questa la forza? Faccio “uuuhrgh” sentendo tutti i muscoli che protestano. Faccio “ahia” mettendomi a sedere, perché quel suo modo non solo di leccarmi ma anche di infilarmi le dita front and back qualche postumo lo lascia. Senza contare i postumi che Pigi mi ha lasciato… quando? Ventiquattrore fa? Già, ma che cazzo di ore sono?
    
    Mezzogiorno e ventitre, dice il telefono. Cazzo, avremo finito di scopare all’alba… A quanto mi ricordo, con la sua lingua infilata nella bocca e le dita nella mia vagina. Forse mi toccava pure le tette. Cioè, è l’ultima cosa che ricordo, devo essermi addormentata così. Ma non ci metterei la mano sul fuoco.
    
    Ora, a parte la doccia che un minimo mi rimette al mondo e mi fa ricordare come mi chiamo e cosa ci faccio qui, il problema è: cosa cazzo mi metto addosso? Non è che posso uscire dall’albergo con quello squarcio sul culo dei pantaloni.
    
    - Dobbiamo cercare un posto per comprarmi qualcosa, dei leggings… - le dico.
    
    - Perché? – domanda.
    
    Ma cosa cazzo “perché?”, ma come “perché?”, come cazzo pretende che vada in giro? Come se la domanda gliel’avessi fatta realmente, mi indica la divisa da scolaretta giapponese: la blusa bianca alla marinaretta, la gonna blu plissettata, il fiocco.
    
    - Nooo… caaaazzooo… ...
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