1. Puro richiamo


    Data: 13/08/2023, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Tradimenti Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Come di frequente, pure questa serac’è un visitatore a casa nostra, è un premuroso e assiduo compagno di lavoro del mio consorte. Da come Florianom’ha riferito, suppongo che si fermerà qua da noi per qualche giornata. Lui è in effetti un individuo assai attraente e per di più ben proporzionato, con una corporatura robusta e aitante con una risata seducente che ti conquista. Io per lui, non ho sennonché nessun tipo d’attrazione erotica, bensì capto unicamente un inoppugnabile capriccio decorativo, direi esteriore e puramente formale nel vero senso del termine.
    
    Dopo il pasto serale ci accomodiamo sul canapè e conversiamo di fronte a un buon Cognac nel soggiorno. Umberto è appena sopraggiunto da noi, seguendo un itinerario tra deviazioni e cantieri stradali alquanto affaticante e logorante, giacché manifesta e afferma subito che si sente piuttosto esausto, poiché esige d’andare a dormire scusandosi nel mentre con noi due. Io lo scorto nella stanza per gli ospiti, in quanto Umberto è notevolmente svigorito, perché ben presto si rifugia là dentro, mentre io ritorno dal mio consorte. Ben presto m’accorgo però che non gli ho depositato i canovacci puliti per asciugarsi, che avevo frattanto approntato da parte. Io domando al mio consorte di portarglieli, tuttavia Floriano essendo a questo punto affaccendato nel vedere un torneo di tennis in televisione, mi riferisce che pure io posso autonomamente consegnarglieli. La faccenda in verità m’impaccia un poco, tuttavia vado con i ...
    ... canovacci e mi dirigo da Umberto.
    
    La porta adesso è socchiusa, la luce dentro è accesa, perciò il disagio iniziale scema riducendosi del tutto. Io picchio appena appena, ma non odo nessuna reazione. Batto ancora, eppure non si sente nessun segnale. Con un’inequivocabile indecisione spalanco la porta ed entro, rivendicando l’autorizzazione d’accedere flebilmente, però appena varco l’uscio,la circostanza si offre differente nel modo che m’attendevo, perché Umberto è disteso passivo sul grande letto, intimamente inoperoso, dal momento che l’eccessivoaffaticamento lo ha presumibilmente travolto, prima ancora che potesse spegnere il faretto sopra il comodino. Umberto è interamente spoglio, io lo osservo squadrandolo con ammirazione e stima, poiché vanta seppur appisolato e non del tutto eretto, un cazzo di dignitose dimensioni.
    
    Nel mentre, dalla parete della camera adiacente, ascolto di sbieco dalla porta, la consueta e fragorosa gazzarra della telecronaca e rifletto come Floriano sia integralmente pensieroso, fisso e visibilmente concentrato sull’avvenimento sportivo. Stabilisco, conseguentemente, di tributarmi un limitato ma ragguardevole dono: quello d’acciuffare un poco di libidinoso e vizioso tempo, per godermi quel grandioso e stupendo panorama che ho di fronte. Non c’è nulla di male, poiché io non ho cercato quella situazione, perché dopo la riferirò a Floriano, fingendomi schiettamente e misuratamente imbarazzata. L’espressività e l’eloquenzadel viso di Umberto coinvolto ...
«123»