1. PussyBoy - cap. II


    Data: 10/08/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti

    Daniele si levò per andare a lavarsi. Non sapevo cosa s'aspettasse da me ed ero indeciso sul da farsi, se rimanere od andarmene. Lo sentii muoversi per casa dopo essersi sciacquato in bagno e l'udii parlare al cellulare senza capire che dicesse. Infine rientrò sorridente e s'infilò dei calzoncini da palestra lunghi al ginocchio che lasciavano indovinare il cazzone pendente; si lasciò ammirare qualche secondo e mi si stese al fianco. “Dicevi davvero? Ti va di fare un po' di porcate oggi?... o fingevi solo d'essere cagna?”
    
    “No, ho voglia, mi sta bene.” Risposi poco convinto.
    
    “Bene, ero al telefono con un amico.” Accese la Tv di fronte al letto: non avrebbe detto altro.
    
    Il classico tonfo allo stomaco. Mi prese paura, incertezza e nausea, ma era inutile sperare in una botta di buon senso: invece d'alzarmi e salutarlo, m'allungai sul letto e seguii incantato il cartone animato.
    
    Una sensualissima stellina giapponese, la classica fanciulla in fiore tutta gambe con occhioni da cerbiatta, fianchi strettissimi e culetto da stupro, flirtava come una scema con un enorme troll di tre metri col pene che gli arrivava a terra. Lo carezzava amorevolmente, strusciandoci le tettine e soppesandogli i coglioni da biliardo, forse sperando in un innocente bacetto e qualche fusa; fu uno shock per lei quando capì che il bestione aveva ben altre intenzioni. Si finse scandalizzata e cercò di far ragionare il bruto: non si può le spiegava agitata, la sua fighettina era troppo stretta, che ...
    ... facesse il bravo orco, l'avrebbe spaccata; è grosso, vedi?, non ci può entrare nella mia topina, lo capirebbe anche un bambino di due anni che gioca con gli incastri.
    
    Ma il troll era ottuso e testardo e puntò il cazzone, alto come un bambino di sei anni, contro la fighetta della monella, già messa a novanta con la schiena incurvata ed il culetto ben alzato: spinse a fatica, grugnendo incazzato, ma glielo ficcò tutto venti centimetri per botta e le raddrizzò la schiena. La principessina accompagnò i colpi con dei gridolini soffocati ed a fine corsa, una volta che il peggio era passato, tirò un sospirone di sollievo; era stata bravissima, non s'era aperta in due. Involontariamente lo eccitò lamentandosi che era troppo grosso e duro, che non ce la faceva, basta ti prego, non possiamo, fa troppo male, devi fare piano piano... insomma, quello che dicono tutte le cagne che vogliono essere sparate in paradiso su un missile.
    
    Invece il troll infernale aveva zero abilità amatorie (manco sapeva cose fosse il petting) e si limitò a schiantarla, sventrarla, pomparla, scassarla ed investirla come un autotreno: girata e rigirata, a terra e per aria, contro una colonna o su un barile ed usandola anche per segarsi da seduto. Che l'esile ninfetta riuscisse ad accogliere nel pancino un cazzo simile non sorprendeva nessuno; era talmente figa da esigere un cazzo appropriato.
    
    La povera principessina realizzò che non era poi stata una così grande idea farsi chiavare da un orco ipercazzuto e ...
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