1. Enslaved Gears


    Data: 19/07/2018, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Lesbo Autore: Dark_Ghost, Fonte: RaccontiMilu

    ... piccola crepa di lato, un gran pezzo. Riflette la mia immagine e quella dello schiavo accovacciato fra le mie gambe. Osservo i miei seni nudi e perfetti, la curva delicata e allo stesso tempo vigorosa delle mie spalle, gli innumerevoli bracciali che porto ai polsi, bronzei, argentati, dorati, e poi catene, ingranaggi, una sorta di nido di serpi che si arrampicano fino quasi ai gomiti. Ho una gonna leggera e diafana, color tortora, trasparente, sfilacciata e aperta sui fianchi. Indosso una delle mie collane, pesante, arzigogolata, riproduce un orologio fermo, i cui meccanismi sembrano sospesi nel tempo, un pendente mi scende fra i seni fino a sfiorarmi l’ombelico, catenelle penzolano sui miei capezzoli dalle areole minuscole e pallide. Ho i capelli bianchi, color del latte, raccolti in cima al capo in un’acconciatura complessa che termina con una specie di cresta, alcune ciocche scendono a ingentilirmi il viso. Prima dell’incidente nucleare erano castani, mossi, ora sono bianchi e lisci. Qualcuno dice che è stato lo spavento. Io credo siano state le radiazioni – quelle che mi hanno fatto rinascere – a cambiarli, a cambiarmi.
    
    Il mio viso è inespressivo, ci ho messo anni a perfezionare questa inespressività. Il mio volto è come una maschera, un ingranaggio perfetto che posso fermare, oppure muovere a piacere, per mostrare agli altri solo ciò che voglio permettergli di scorgere. A volte è difficile, ma è questione di disciplina. I miei occhi sono truccati di nero, con ...
    ... sfumature di kajal che arrivano sin oltre le tempie, e poi scendono, come lacrime nere, sotto ai miei occhi grigi. Trovo piacevole guardami, Persino la cicatrice sotto all’occhio sinistro è armoniosa, sembra quasi fatta apposta ‘ è il ricordo di un lontano combattimento. Uno che cerco di non ricordare mai. Left Eye Zero, così mi chiamano. Imperatrice Left Eye Zero. Ma non è il mio vero nome, quello l’ho perso. E non lo conosce nessuno. Non lo conosce più nessuno. Tutti quelli che lo sapevano sono morti.
    
    ‘Leccami le cosce’ ordino in tono incolore, come se premessi il tasto di un telecomando, lui ubbidisce. Allargo le gambe e sbircio fra le sue. Ha il cazzo in tiro. Adoro che siano così. In fondo godono anche loro, solo se glielo permetto, è chiaro. Mi eccita vedere quei membri nodosi, eretti, pronti e allo stesso tempo sofferenti. Non possono godere finché io non lo voglio.
    
    Fa parte del loro addestramento, devono essere in grado di sopportare il dolore, di dare il piacere e di controllare il loro. Altrimenti non sarebbero degni di essere ceduti come schiavi sessuali. Devono essere preparati, allenati, devono imparare il controllo e anche che a volte è difficile mantenerlo, e a distinguere chi davvero lo detiene.
    
    La sua lingua è calda, sento un brivido sfiorarmi la base della schiena, mi sto eccitando, è un buon soggetto, sa usare la lingua, ha imparato bene.
    
    Gli appoggio un piede sulla spalla. ‘Risali lento fino alle grandi labbra’ dico lanciando, con un tocco dell’indice, ...