1. Duda Garavins Tufties – Parte I


    Data: 06/08/2023, Categorie: Prime Esperienze Autore: Patrizia Folicaldi, Fonte: EroticiRacconti

    DUDA GARAVINS TUFTIES, detta: LA RESILIENTE
    
    Grab my hand my love, we’re all lost.
    
    Grab my hand my love, we’ll meet again for a minute
    
    Grab my hand my love, we’re all lost
    
    in the endless tunnel of despair
    
    we innocents
    
    and pure
    
    Prendimi amore, siamo tutti perduti.
    
    Prendimi amore, ci ritroveremo solo per un attimo.
    
    Prendimi amore, siamo tutti perduti
    
    nel tunnel senza fine della disperazione
    
    innocenti
    
    e casti.
    
    (‘Il canto del disperato’, Anonimo, Ravenna, 870 D.C.)
    
    Scoprendo la sua sessualità, all’età di diciotto anni Duda capì come esattamente sarebbe stata la sua prima volta. Giorno dopo giorno, la riuscì a definire nei minimi dettagli. Mentre guardava fuori dal finestrino dell’autobus, mentre faceva la doccia, mentre cercava di addormentarsi… Sì, Duda aveva pianificato tutto. E il piano includeva anche il coprotagonista: il professore di ginnastica. Quel professore di ginnastica che le aveva comprato una bellissima tenuta in campagna dopo averla sposata (–Le gambe di quella pollastra si apriranno dopo che le avrò detto di sì davanti all’altare!– avrebbe detto lui, al suo addio al celibato); quel professore di ginnastica che l’aveva folgorata al primo sguardo timido ma penetrante che le lanciò in palestra il giorno del suo diciottesimo compleanno (sì, era andato a indagare sulla data di nascita dell’allieva negli archivi scolastici); quel professore di ginnastica che le aveva lasciato il bigliettino con il suo numero di cellulare, con ...
    ... sotto la sua firma: un alone che ricordava la forma del glande. Sì. Aveva baciato il biglietto con il suo glande umido. Lo stesso glande che avrebbe inaugurato le tube di Mrs. Duda Garavins la prima notte di nozze. Piccolo particolare: Duda non immaginava la sua prima volta durante la notte di nozze. La immaginava di mattina. Sul davanzale della finestra della cucina. Fuori, i campi di grano e i papaveri sovrastati da un cielo nero che minacciava tempesta. Lei, con il vestitino azzurro a pois (grandi!) bianchi.
    
    My baby takes the morning train, he works from nine till five and then… veniva dalla radio scassata. Semi-seduta sul bancone della cucina, veniva posseduta dal marito (il primo marito!), che stringeva la zona lombare della verginella con le sue manoni possenti, per spingere l’esile corpo più verso di lui, per ficcare ancora più a fondo il cazzo nella troietta ansimante. Duda, con lo sguardo sofferente e fissando il lampadario mentre il suo corpo sobbalzava a ritmo cadenzato, lo pregava di continuare, di continuare, di continuare, DI CONTINUARE. E più lui le frantumava l’imene, più Duda sentiva crescere dentro di sé una sensazione di pienezza, una scarica energetica che le inondava il corpo e le penetrava nel più sottile dei capillari. Il suo corpo non aveva mai brillato di una vitalità così intensa (brillare…aggiungiamo anche un’aura di luce che avvolge i due). I capezzoli le sfrigolavano, le labbra (tutte e sei) si inumidivano, il batticuore che accelerava, quella ...
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