1. Dispersi nello spazio


    Data: 09/06/2023, Categorie: Lesbo Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    (prosecuzione di: "Attratti dal buco nero")
    
    Respiro a fatica dietro alla maschera FFP3.
    
    Mi allontano dai pazienti COVID, devo respirare!
    
    Prima il mal di testa, ed ora anche la nausea, non ho abbastanza ossigeno. Mi sposto in studio medici, mi siedo davanti al PC e alzo la mano per togliermi questa maledetta maschera.
    
    Ma il braccio è bloccato, non si muove. Provo con l'altro, ma niente, bloccate tutte e due le braccia.
    
    La nausea aumenta, mi manca il fiato, maledizione, non respiro, cerco di urlare, ma i miei polmoni sono vuoti, non...!!!
    
    Mi ritrovo sdraiata su un materassino. La nausea è ancora forte, come pure il mal di testa, ma almeno respiro.
    
    Dove sono? Luci soffuse, il 'bip bip' monotono di un monitor, led verdi e rossi che pulsano intorno a me.
    
    'Buongiorno Yuko, ti trovi sulla navicella Phenix, in viaggio verso Proxima Centauri...'
    
    una voce di donna, dolce e suadente, ma registrata.
    
    Respiro profondamente. Almeno sono viva. L'ossigeno c'è, altrimenti non mi sarei neanche svegliata.
    
    Faccio per slegarmi le cinture che mi trattengono al lettino quando scorgo un viso nella penombra.
    
    Caccio un urlo e cerco di alzarmi, ma le cinghie mi trattengono.
    
    “Calma Yuko, sono Mustang!”
    
    Lo guardo meglio e lo riconosco, ora che si avvicina al mio bacello, tenuemente illuminato da luci blu. Di colpo mi ricordo che sono completamente nuda. Mustang scorre il suo sguardo sul mio corpo.
    
    “Mustang, che ci fai qui? Dovresti essere nel tuo ...
    ... bacello!”
    
    “Volevo assistere al tuo risveglio.”
    
    “Ma che diavolo.... da programma mi sarei dovuta svegliare un'ora prima, per seguirvi 'io' nel vostro risveglio.”
    
    Intanto cerco di sganciarmi le cinture di sicurezza.
    
    “Si vede che eri molto assonnata. Dai, ti aiuto!” e allunga le mani verso il mio petto.
    
    “Aspetta, faccio da sola.”
    
    Ma lui non si ferma e mi tocca il seno.
    
    “Cazzo, Mustang, faccio io!”
    
    Quello mi strizza le tette, mi si butta addosso e cerca di baciarmi.
    
    Mi divincolo, giro la testa per sfuggirgli, ma le cinghie mi bloccano e lui continua a palparmi.
    
    “Porca miseria, Mustang! Levati di dosso, cazzo!”
    
    “Urla, urla pure, qui non ci sente nessuno. Il tuo Hermann Morr non può intervenire.”
    
    Mi divincolo, ma quello si sdraia sopra di me. Gli sferro un pugno in pancia, lui sembra non sentirlo neanche e con una mano mi stringe la gola.
    
    “Non farmi incazzare, muso giallo, stattene buona e cerca di godertela!”
    
    Con un braccio riesco a spostarlo quel tanto per raggiungere una fibbia e sganciarmi una cintura.
    
    Lui continua a sbavarmi addosso, mi allunga una mano fra le cosce e cerca di entrarmi dentro.
    
    “Mollami, stronzo, fuori dal cazzo!”
    
    Lui si solleva e mi molla un ceffone col rovescio della mano che mi fa partire due otturazioni. Mi ha spaccato un labbro e gocce di sangue si levano nell'aria, volteggiando nell'ambiente privo di gravità.
    
    Resto stordita, la nausea ora è fortissima.
    
    Mustang armeggia sulle mie cinghie, mi slega le gambe e ...
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