1. Geordie


    Data: 29/05/2023, Categorie: Tradimenti Autore: ClanDestini, Fonte: EroticiRacconti

    Cap. 3
    
    (Valentina)
    
    Con il cuore in tumulto e un inaspettato senso di euforia rientrai in camera. Quello che era appena successo aveva davvero dell’incredibile! E quell'orgasmo, invece che soddisfare i miei sensi, sembrava averli accesi all’inverosimile.
    
    Quando in camera trovai mio marito, appena rientrato dalle piste da sci, che si stava preparando per fare una doccia, gli tesi un agguato.
    
    Senza far rumore mi spogliai, ed entrai nella doccia con lui. Lo baciai con passione, volevo fargli sentire tutta la mia voglia e risvegliare così la sua… sentire il suo corpo sul mio, sentirmi schiacciata sotto il suo peso, invasa e posseduta.
    
    “Ehi bimba, che ti succede?” Marco interruppe la foga dei miei assalti.
    
    “Niente, siamo in vacanza, ho voglia di te… ti sembra strano?” risposi continuando a schiacciare i miei seni contro il suo petto, e infilando la mano tra i nostri corpi cercai il suo sesso e iniziai a massaggiarlo piano.
    
    “No no… anzi… mi piace…” ansimò, sotto la mia mano già sentivo l'effetto del mio agguato. Tirando la pelle verso il suo pube gli scoprii la cappella, mentre carezzavo con il pollice sotto la corona, con un calibrato movimento di cui ben conoscevo gli effetti su di lui.
    
    Sospirando, rispose al mio bacio, dolcemente, accarezzandomi il corpo con la punta delle dita. Solo che quel che faceva, quei gesti e quelle carezze così familiari, mi indispettivano.
    
    Più lui era delicato, più mi sentivo straziare dentro: avrei voluto che mi sollevasse ...
    ... e in quella doccia mi schiacciasse contro le piastrelle per entrarmi dentro in un solo colpo, lo volevo sfrenato, animale, non volevo fare l’amore, volevo essere scopata.
    
    Lo volevo dentro, volevo sentirmi invadere e perdermi insieme a lui, quasi a voler sovrascrivere le sensazioni appena provate con uno sconosciuto.
    
    Glielo dissi, in un sussurro disperato… “Scopami… qui…”
    
    Fu come se gli avessi gettato addosso una secchiata di acqua gelida.
    
    “Vale! Che ti prende? Questo non è da te.”
    
    “Cosa vuol dire?”
    
    “Oh dai… se non contiamo quella volta che hai visto la puntata del Trono di Spade, non ti ho mai sentita così spudorata, tu sei sempre così dolce… cosa è successo, hai incontrato Jason Momoa nella Spa?”
    
    Quella battuta mi fece sentire stupida. E io odio sentirmi così: risposi con un moto di stizza e uscii dalla doccia.
    
    “Vabbé sai che c’è? Mi è passata la voglia. Vado a vestirmi, che si fa tardi per la cena.”
    
    Lui scrollò le spalle, nel suo tipico modo di minimizzare, liquidando ciò che non comprendeva di me come “capricci”, come fossi una bambina.
    
    Trascorremmo la cena evitando accuratamente ogni riferimento a ciò che era successo poco prima.
    
    Nella mia testa però iniziavano ad aprirsi mille files, ricordi di piccole cose in realtà, che andavano allineandosi in un quadro che, tra un succulento boccone di polenta col capriolo e un sorso di lagrein, mi fece rabbrividire.
    
    C'era qualcosa che mancava, qualcosa che avevo sempre represso nel fondo della ...
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