1. Veleno


    Data: 23/05/2023, Categorie: Masturbazione Autore: Malena N, Fonte: EroticiRacconti

    Sono sveglia chissà da quanto ma ancora a letto, scomposta e sola, fisso la luce timida che attraversa le imposte chiuse. Di sicuro la primavera avrà fatto ritorno anche stamattina, il cielo sarà blu come lo squarcio di ieri che ho potuto vedere solo dal balcone e il sole arriverà tiepido nei vicoli deserti e privi della vita che li contraddistingue.
    
    Non mi fa paura il silenzio insolito che mi circonda in questi giorni, anche se non appartiene minimamente al mondo in cui vivo. Tanto prima, prima di ora, prima di questa reclusione forzata, la spasmodica e continua ricerca di tempo da dedicare a me stessa, mi spingeva comunque a fare i conti, sempre e in solitudine, con il mio fottuto tormento.
    
    Solo che erano minuti contati, attimi rubati a una routine stressante, momenti fugaci di una realtà sospesa che tanto bramavo quanto temevo. Ma se poi quei minuti sono diventati ore e ogni attimo eterno, se ogni momento scorre lento ed è infinitamente lungo, io non posso reggere, non trovo pace, mi perdo.
    
    Non mi fa paura il silenzio, io adoro stare sola. Ascoltare le voci di dentro e farmi travolgere dallo smarrimento che mi provocano. Cercare di mettere ordine al mio disordine e trovare il senso nella mia confusione. Ridere di me stessa, dei miei alti bassi, dei sorrisi e dei pianti, dei miei famosi insuccessi. Spostarmi da un lato all’altro del letto, in mutande, a sfiorarmi la pelle e a mandare a puttane la voglia di alzarmi e guardarmi allo specchio. Perché incrociare i ...
    ... miei occhi ora, mentre lavo la faccia, significherebbe ancora leggervi dentro tutto quello che vorrei avere dimenticato almeno per una notte. Allora resto così, stordita dai pensieri che fanno un rumore assordante, nell’attesa vana di non so che cosa. Tanto tu non farai un passo, non muoverai un dito! E io mi sento come se mi mancasse un pezzo, un senso di incompletezza mi pervade. Ascolto una canzone per mettere a tacere tutto quello che mi batte in testa, con gli auricolari, come le ragazzine innamorate che si rivedono in ogni strofa cantata. Dovrei ricordare questa scena ogni volta che mi definisci immatura e mi incazzo sbattendoti in faccia la donna forte che sono. Semmai dovessi parlarmi ancora. Lo sguardo si posa sui piedi nudi e sullo smalto che ieri sera ho messo con molta cura.
    
    Ecco, vorrei che fosse di nuovo sera per chiudermi in bagno e lasciare fuori ogni cosa.
    
    Non mi mette ansia guardarmi intorno e rendermi conto che è tutto davvero fermo. Perché tutto può essere fermo come non lo è mai stato prima, se fermi siamo noi come non lo siamo mai stati prima! È il tempo, il cazzo di tempo che ho a disposizione che mi fotte. È tanto, troppo. È lento, inesorabile, così spietato da lasciare spazio ad ogni sorta di viaggio mentale malato. La mia giornata è fatta di rituali, di cose che ripeto e che mi sembrano uguali. Tutto quello che faccio non mi distrae affatto, per questo aspetto tutto il giorno la fottuta sera! Per sfogare come voglio sfogare, come non potrei fare ...
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