1. Ricordi di un inconsolabile


    Data: 22/05/2023, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Inconsolabile 2, Fonte: EroticiRacconti

    Rieccomi qui. Io, l’Inconsolabile. Quando quasi due anni fa scrissi per la prima volta la storia mia e della “troia della mia vita” confesso che lo feci nella speranza che il raccontare, il “buttar fuori” mi alleviasse il dolore della perdita di mia moglie. Per un po’ mi è sembrato che le cose andassero come sperato, ma poi il pensiero fisso è ritornato, ossessivo. La mente è tornata a essere continuamente aggredita dai ricordi, ricordi di dolcezze e di sesso, i due volti della mia troia rossa.
    
    Senza un filo conduttore cronologico i ricordi arrivano improvvisi con pretesti imprevedibili. Una foto, una musica, un luogo, un incontro. L’altro giorno, per esempio, appena uscito di casa la mattina, mi sono imbattuto in un ex collega d’ospedale di mia moglie che era stato tra i primi a scoprire quanto a lei piacesse essere corteggiata e desiderata (già a quei tempi mi aveva racconato che era sufficiente che si sfregassero contro di lei facendole sentire il cazzo che non capiva più niente e se non lo faceva l’interessato era lei a spingerlo in qualche stanzetta, qualche sgabuzzino…). Essere desiderata era un piacere che la portava a non lasciare deluso nessuno.
    
    Ho fermato quell’uomo con due chiacchiere banali, per poi portarlo sul discorso di mia moglie, semplicemente dicendogli che mi mancava tanto e chiedendogli di parlarmi un po’ di lei. Ovviamente le prime parole furono sulla sua gentilezza, sul suo impegno nel lavoro, su quanto fosse carina con tutti, e tutto quanto si ...
    ... dice sempre di chi non c’è più. Sono stato io a forzare il discorso.
    
    «Mi manca troppo. Ho sempre saputo che la dava a tutti, ma mi piaceva così e mi piaceva farmi raccontare» ho detto guardandolo negli occhi che avevano assunto uno sguardo stupito e incredulo. Poi, quando ha cominciato a parlare dicendo «ma io non so…» l’ho interrotto sorridendo e andando nei particolari.
    
    «Tranquillo, so tutto. Tu venivi a prenderla al mattino presto sotto casa, quando facevate il turno mattutino, che cominciava alle 6, poi prima di andare al lavoro andavate sul lungomare e come minimo era un pompino. Qualche volta una scopata. A volte la cosa era particolarmente intensa e alla sera, a letto, mi diceva, “stamattina abbiamo timbrato in ritardo; mi ha fatto godere tanto”».
    
    L’anziano collega ha cercato di negare e io l’ho tranquillizzato, dicendogli che non era questione di gelosia postuma, ma di desiderio di parlare di lei. Devo essere stato convincente, perché all’ex collega gli si sono illuminati gli occhi e quasi sottovoce ha sussurrato “che bella che era; aveva il pelo più bello che abbia mai visto, rosso, morbido…”.
    
    A quel punto ho insistito.
    
    «E non si tirava mai indietro, vero? Come quella volta che siete andati a pranzo fuori in quel paesino, in quella trattoria che aveva anche le camere. C’era un’altra collega, tu e altri due maschi. Mi aveva raccontato che dopo aver chiavato con uno degli altri due con cui scopava regolarmente si era si era trovata con un uno per parte, tu ...
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