1. Giulia. “Mamma” (Capitolo II)


    Data: 08/07/2018, Categorie: Autoerotismo Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: Lee, Fonte: RaccontiMilu

    Giulia
    
    è nuda.
    
    Di fronte allo specchio.
    
    Il corpo è cosparso di sabbia e polvere di sabbia.
    
    Ha addosso ancora il pareo, avvolto alla bell’e meglio a tal punto che porzione delle natiche deve essere rimasto scoperto anche nella fuga dalla spiaggia.
    
    Dall’amica di sua figlia.
    
    Giulia
    
    guarda i suoi occhi neri dentro allo specchio. Le lacrime le rigano il viso e spostano la polvere di sabbia dalle guance. Gli occhi sono arrossati. Ogni tanto si china nel lavandino a sputare ancora sabbia. Si sente violata. Umiliata. Da una amica della sua insopportabile figliastra. Di fronte alla sua figliastra. E alle sue amiche.
    
    Giulia
    
    piange, di fronte allo specchio, con il corpo molle, vuoto.
    
    Lascia andare il pareo a terra. Si guarda. Il corpo pieno di sabbia. I seni umidi di crema, sudore, sabbia. I capezzoli turgidi svettano e la curva del seno è evidenziata dalla sabbia inumidita da quella miscela.
    
    Giulia
    
    abbassa una mano tra le cosce. Sente la sua umidità. È eccitata. L’umiliazione la ha eccitata. China il viso. Non riesce più a guardarsi negli occhi neri. Infila un dito nel suo sesso. Gli umori sono densi. Lo estrae lentamente e quel rivolo denso si stacca dopo vari centimetri di percorso in cui il dito rimane unito alle grandi labbra attraverso quel filo tremendamente profumato. Chiude gli occhi e inspira il suo profumo.
    
    Si volta e si lancia nella doccia, sempre a occhi chiusi. L’acqua passa da ghiacciata a calda in pochissimi secondi. La testa è ...
    ... china. L’acqua scorre bollente sul corpo, bagnando i capelli. La sabbia scivola lungo il corpo, formando piccoli grumi che vanno prima a depositarsi sul piatto della doccia e poi finiscono nello scarico.
    
    Giulia
    
    ha gli occhi chiusi, è immobile, per vari secondi, mentre l’acqua toglie il grosso della sabbia. A un certo punto apre gli occhi, ma non osserva nulla di particolare. Passa le mani tra i capelli, come per districarli e lasciar fluire via i capelli raggruppati dall’acqua. Prende lo shampoo, ne prende una grossa noce nel palmo della mano e lo spalma tra i capelli. Per tre volte. Si massaggia la testa, lavando accuratamente i capelli, massaggiando continuamente le tempie.
    
    L’acqua scende. E allo stesso modo le lacrime. Copiose. Singhiozza, sotto la doccia. L’acqua lava via la lieve copertura di contegno che cerca di mantenere nella quotidianità. Ma quel bruciore e dolore alle natiche ora prevale. Prevale la vergogna. L’umiliazione.
    
    Piange anche mentre i capelli son lavati e inizia a pulirsi il corpo. Piange anche mentre passa le mani a pulire i seni. I capezzoli turgidi offrono resistenza ai palmi delle mani e alle dita. Inspira per un attimo. Non smette di piangere e singhiozzare. Le mani puliscono tutto il corpo. Scendono sul sesso. Lo pulisce. La parte inferiore è arrossata, per un colpo ricevuto. Il sesso è bagnato dall’acqua ma ciò di per sé sarebbe inumidito di umori densi. Lo pulisce accuratamente. Le dita schiudono le labbra e uno dei singhiozzi si converte ...
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