1. Mio suocero – 7° Sensazioni e certezze, lettere e vicine


    Data: 13/03/2023, Categorie: Erotici Racconti Cuckold Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Incesti Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu

    ... scoprendomi i seni e poi allargandolo ancora.
    
    «Lasciati guardare, così ti potrò raccontare meglio come sei…» e mi fece scivolare giù dalle spalle l’indumento.
    
    Mi prese una mano, me la alzò sopra la testa e capii che dovevo piroettare lentamente, per mostrarmi in ogni parte.
    
    «Sei molto più attraente di quanti pensassi, tesoro: non immaginavo, tra l’altro, che tu avessi così tanto seno… non sembrava!»
    
    Sorrisi timidamente «No, è… che sto facendo una cura… ormonale per.. per svilupparlo, ecco» «Ah, ecco… Stai troooppo bene! Ai maschi piace giocare con le tette!» Disse, ridendo.
    
    Poi mi guardò ancora, assorta: «Sai… alcuni dei miei amici amano anche… beh, metterlo dietro alle belle donne come te… Avresti problemi, se te ne presentassi qualcuno che ama fare queste cose?»
    
    I miei sensi erano in ebollizione, DOVEVO fare qualcosa, non riuscivo a dominarmi…
    
    Le presi la mano e me la appoggiai dietro, sul buchino «No, come senti è… è già stato usato…»
    
    Sentii le sue dita che, in contrasto col tono un po’ esitante e discorsivo della voce, forzarono le entrate sia del culo che della fichina, affondando facilmente in questa, bagnata com’ero. «Oh! Ma sei eccitatissima! -annuii, torturata dalla voglia- Ma senti… E se… e se facessi una telefonata e chiedessi ad un amico o due di venire a conoscerti… ADESSO!… Ti dispiacerebbe?» Mi guardava con espressione affabile, ma vedevo che il suo piede batteva nervosamente sul pavimento; poi si guardò la mano, luccicante dei ...
    ... miei umori e vidi i suoi occhi guardare nella stanza, cercando qualcosa per ripulirsela. «No, per nulla, anzi!» dissi, mentre le afferravo la mano e cominciavo a lambirla. Lei mi lasciò fare per una trentina di secondi, ma poi si riscosse: «Allora aspettami: vado a casa a fare un giro di telefonate e vediamo se qualcuno può venirti a conoscere subito…» «E.. e come devo vestirmi?» Chiesi, senza sapere come dovessi regolarmi.
    
    «Oh, tranquilla! Io torno subito, ma comunque andavi beniiiissimo come mi hai aperto!»
    
    Tornò dopo cinque minuti, mentre dialogava allegramente con qualcuno al cellulare; poi terminò quella chiamata e ne iniziò un’altra facendomi segno di “Dopo! Dopo!” con la mano.
    
    Alla fine posò il cellulare sul tavolo e… «Dai! Fammi vedere la camera ed il bagno, che sia tutto a posto! Non vorrai mica farmi fare brutta figura coi miei amici, vero?» Negai con la testa e la accompagnai nella sua ispezione. Mi fece -letteralmente!- buttare nell’armadio un paio di gonne che mi ero provata quella mattina, cambiare le lenzuola ed il copriletto e mettere alcuni asciugamanini da bidé sui comodini; poi in bagno, a cambiare tutti gli asciugamani: «Lo vedo che sono puliti, tesoro, ma adesso si vede bene che sono appena usciti dall’armadio, dai!»
    
    Ed io annuii, travolta da questa specie di uragano che era la mia vicina.
    
    Tempo dieci minuti, squillò la sua suoneria: rispose brevemente, dicendo il piano e chiudendo subito la comunicazione; poi socchiuse la porta e, quando ...