1. Cartomanzia 4a parte


    Data: 05/02/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: zorrogatto, Fonte: EroticiRacconti

    Paola si destò e si sentiva strana.
    
    Fece un attimo mente locale e rammentò che doveva prendere la compressa e la capsula che le aveva prescritto il Mastro Dido.
    
    Lo fece immediatamente, appena alzata dal letto, prima ancora di andare in bagno per le sue necessità mattutine.
    
    Poi, seduta sulla tazza per alleviare la pressione della vescica, scoprì con stupore il vibratore, profondamente infisso nella sua vagina.
    
    Lo tolse, perplessa e poi lo lavò accuratamente.
    
    Poi andò in camera ed aprì il cassetto del comò dove sapeva di riporli (anche se non ricordava né quando avesse preso la decisione di utilizzare quel cassetto né -sopratutto!- come se ne fosse procurata l’ampia collezione che ora contemplò brevemente.
    
    Come lo appoggiò sul fondo del cassetto, la sua mano ne prese un altro di diametro maggiore e lo spinse tutto nella vagina, facendola sussultare quando la punta arrotondata arrivò a contatto con la cervice uterina.
    
    Poi, come nulla fosse, indossò gli slippini e lo sistemò meglio dentro perché non sporgesse dalle ninfe, tendendo il tessuto.
    
    Rammentò che doveva recarsi alla seduta nello studio del Maestro, per cui selezionò meccanicamente l’abbigliamento: scartò la prima gonna che aveva scelto e ne indossò una un pochino più corta insieme ad un’ampia canotta, ovviamente senza reggi; lo aveva preso, ma poi semplicemente non lo aveva indossato.
    
    Con un paio di sandaletti dorati dal tacco decisamente impegnativo (comprato in un momento di acquisti ...
    ... compulsivi, ma poi mai indossati prima), si era rimirata nella specchiera e per la prima volta non rimase troppo soddisfatta dei risultati dell’esame.
    
    Si strinse però nelle spalle ed uscì.
    
    Andando verso lo studio del Maestro Dido, passò davanti ad una profumeria e questo le ricordò che aveva quasi finito il rossetto; così entrò, attese pazientemente il suo turno accanto al bancone e quando la giovane commessa si rivolse a lei, le chiese, genericamente, un rossetto.
    
    «Bene, signora. Abbiamo questa linea di buona qualità e, tra l’altro, sono molto resistenti…» illustrò la ragazza.
    
    Paola parve raggiante: «Sì, meglio quelli resistenti… Sa: metta il caso che debba fare un pompino al volo… poi non ho voglia di ridarmelo daccapo…»
    
    I l sorriso della commessa sembrò pietrificarsi, disseccarsi sul suo volto, trasformandosi in un’algida maschera professionale, mentre i suoi occhi saettavano sulle tre altre persone che avevano sentito la sincera ma sconvolgente affermazione di quella cliente: una, la classica signora dall’aria molto perbene, arrotondò le labbra a culo-di-gallina e si mise la mano aperta sulla gola, in uno spontaneo gesto autoprotettivo; la seconda, una giovane ragazza di neanche vent’anni, sbarrò gli occhi e subito arrossì violentemente e cominciò subito a contemplarsi le scarpe, indizio che forse la pratica non le era completamente sconosciuta.
    
    La terza infine, la classica cinquantenne che non accetta di arrendersi all’incalzare degli anni e che ingaggia contro ...
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