1. Il collega, professore ordinario e bisex


    Data: 04/02/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: enrico1970eb, Fonte: Annunci69

    Era da qualche anno che, a fatica, ero riuscito ad entrare all'Università come ricercatore. Non era stato facile. Avevo lavorato sodo, e passato nottate sui libri a fare pubblicazioni e a preparare conferenze e lezioni. La mia vita sociale era quasi inesistente, e la storia con la mia fidanzata storica si stava logorando proprio perché non era facile vivere accanto a uno che stava fisso sui libri. Avevo provato a farle capire cosa volesse dire la vita del ricercatore, ma forse giustamente non era molto convinta di questi continui sacrifici.
    
    Il professore con il quale lavoravo era uno stacanovista nato. Sembrava che non gli pesasse niente, produceva articoli e libri con la velocità della luce, e sembrava che non gli costasse fatica. Lui era sposato con prole, faceva vita sociale, invitato spesso a eventi mondani e appassionato di teatro e bici da corsa. Facendo un confronto a volte pensavo che non avrei mai superato l'abilitazione da associato, se dovevo confrontarmi con uno come lui, con sette vite come i gatti e instancabile.
    
    Con me era stato sempre comprensivo e benevolente, anche se avevamo una lieve competizione accademica. Ad ogni suo articolo edito io cercavo di rispondere con un'altra pubblicazione su riviste scientifiche accreditate, per dimostrare che ero all'altezza della fiducia e avrei potuto, a suo tempo, sostituirlo. Ma era ancora giovane, 59 anni ben portati e una lunga carriera davanti.
    
    Ci capitava a volte di fermarci in biblioteca o nel suo studio ...
    ... a raccogliere documentazione e a ragionare su capitoli di libri o scalette di conferenze. Era piacevole, colto ma non pedante, e cerebralmente sempre stimolante confrontarsi con lui. Raramente parlavamo della nostra vita privata, dei fatti di tutti i giorni. Sapevo davvero poco di lui fuori dai panni dell'accademico.
    
    Ogni tanto mi ero perso qualche secondo a guardarlo, brizzolato con barbetta apparentemente trascurata, ma asciutto e sì, attraente come maschio. Mai però ero andato oltre, non interessandomi al genere maschile, allora.
    
    Tutto accadde, come spesso succede, senza premeditazione, almeno da parte mia.
    
    Fu lui un giorno in ufficio, resosi conto che avevamo un sacco di lavoro da fare e il week end era vicino, a propormi di terminare a casa sua, per chiudere quel cavolo di ricerca che ci aveva fatto ammattire, ma che l'editore insisteva di ricevere entro pochi giorni.
    
    Il professore mi disse: "Enrico, qui o ci mettiamo di buzzo buono e si finisce di scrivere queste cartelle, o l'editore ci fa causa! Il fine settimana i miei se ne vanno dai nonni, e se non hai impegni potremmo dedicarci completamente alla chiusura del lavoro....". Il giorno dopo, di sabato mattina, alle 9 ero già da lui, che mi aspettava -non l'avevo mai visto- in tshirt e pantaloncini corti. Era supereccitato dalla certezza che avremmo terminato e non avrebbe avuto più rogne dall'editore. Io mi sentivo un po' a disagio a casa sua, anche se mi confermava che il salone, dove mi aveva portato, ...
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