1. Quotidianità – Il rientro


    Data: 30/01/2023, Categorie: Erotici Racconti Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Autore: severo24, Fonte: RaccontiMilu

    Torno a casa dopo una lunga giornata di lavoro, sono le otto di una calda serata estiva. Apro la porta, appoggio le chiavi sulla mensola e arrivi correndo dalla cucina indossando solo un grembiule, come piace a me. Ti appendi al collo per potermi baciare, ti afferro e ti sollevo delicatamente, ma con decisione e ricambio. Una serie di baci prima rapidi e superficiali…sulle labbra, sul collo, insomma. Ovunque, poi con il passare del tempo la foga e il trasporto dei baci aumentano, inizio a mordicchiarti le labbra, fino a farti mugolare dal dolore. Nel frattempo, la mia mano si muove veloce, leggera e fugace sulla pelle bollente, percorrendo la spina dorsale, fino alle chiappe che strizzo con forza. Mollo la presa ed inizio a schiaffeggiarti, quindici sculacciate forti e ben piazzate. Durante la giornata, infatti, non eri stata una brava cagnetta e quindi meritavi una punizione; ma senza mai smettere di baciarti e morderti. Una volta punita ti lascio scendere e delicatamente porto la mano tra le cosce, voglio sentire quanto sei calda e bagnata, all’altezza delle labbra inizio ad alzare il dito medio e a fare pressione per farle dischiudere. Sento subito che sei fradicia e avvicinandomi all’orecchio sussurro queste parole: “Quindi la MIA donna si bagna quando subisce una punizione?!”. Mugolando annuisci e con la voce rotta dall’eccitazione riesci a dire solo: “Sì, Signore”. Ti sbatto faccia alla porta, ti forzo ad aprire le gambe ed inizio a masturbarti con due dita fino a ...
    ... farti arrivare al limite dell’orgasmo. Prima che tu possa anche solo pensare di venire, chiedo: “La cena è pronta?” in preda agli spasmi che precedono l’orgasmo e all’eccitazione riesci a pronunciare solo un flebile “Sì”. Porto alla tua bocca in modo che le possa leccare e ripulire. Esiti, opponi resistenza, e di nuovo sono costretto a forzarti. Una volta dentro inizi a succhiare come una forsennata, eccitata dal mio gesto…semplicemente ami quando ti forzo. Ripulito ti prendo i capelli, mi ci asciugo le dita e poi usandoli come se fossero un guinzaglio ti trascino in cucina. Camminando verso la cucina mi aiuti a mettermi comodo…mi sfilo le scarpe mentre tu allenti la cravatta. Mi siedo al tavolo, e tirandoti per i capelli ti avvicino e ti bacio. Con la lingua forzo la bocca ad aprirsi e a lasciarsi penetrare. Non faccio in tempo ad entrare che trovo la tua, mi stava aspettando… iniziamo a giocare. Le nostre lingue si rincorrono, si intrecciano, non si danno tregua. Andrei avanti tutta la sera in questo modo ma lo stomaco brontola e ci sarà tempo dopo. Ti libero dalla morsa e con una pacca sul culo ti ordino di servire la cena. Durante la cena, mentre parliamo della nostra giornata, non sto fermo, anzi, spingo il piede tra le gambe, gambe che hai l’ordine di tenere sempre dischiuse. Stimolo delicatamente la figa, accarezzandola con il piede avvolto nella calza…bastano pochi secondi per sentire gli umori che iniziano ad impregnare il filato…il calore sul piede e da lì direttamente ...
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