1. L’insostenibile leggerezza dell’essere (un po’ troia)


    Data: 29/06/2018, Categorie: Autoerotismo Sensazioni Autore: Setticemia, Fonte: RaccontiMilu

    -Non ci credo che sei dottore!
    
    -Studente, cazzo! Prima della laurea, riuscirò a prendere la pensione.
    
    -Allora puoi aiutarmi…
    
    Poso la sigaretta e mi aggiusto le cuffie, in un movimento istintivo.
    
    Silvia ha una voce perfetta, un timbro fresco ed elegante, le parole scivolano dalla sua bocca allegramente inconsapevoli di questo dono.
    
    -Sono due giorni che ho mal di stomaco, proprio sotto il petto.
    
    -Beh, quello &egrave lo stomaco. Avrai bevuto troppo, secondo me ti sei data parecchio da fare.
    
    -Sì, mi sono data da fare, ma non bevo – la sua risata &egrave deliziosa – sto frequentando ‘sto ragazzo e ci abbiamo dato dentro.
    
    -Se ce l’ha così lungo da toccarti lo stomaco, tienitelo stretto!
    
    -Mannò, cretino! Ho cominciato a fargli un pompino, mi &egrave venuto in bocca e ho ingoiato. Poi ci ho preso gusto, e allora…
    
    -…e allora? – chiedo, ostentando una sicurezza che m’ha abbandonato alla parola “pompino”.
    
    -Tre volte, di fila.
    
    -Dio santo, sei una macchina!
    
    -Te l’ho detto, mi piace – rincara, con quel tono tra il suadente e l’ingenuo.
    
    Di getto, la mano soccorre l’erezione; stringe forte, indecisa se arginare il danno o dare sfogo all’eccitazione (ma chi ci crede? Siamo maschi, ragioniamo col cazzo, col cazzo che ragioniamo).
    
    -Mi stai facendo eccitare, smettila- Falso, falso come la promessa di un politico.
    
    -Perché ho detto che mi piace ingoiare? &egrave bello, ti dà una sensazione di potere, hai il maschio in pugno… e poi scusa, mi ...
    ... avrebbe macchiato i vestiti.
    
    -M-ma guarda che poteva venire fuo…
    
    -Ah sì? Non ci ho pensato.
    
    La seducente armata di Serse ha buttato giù la stoica resistenza del mio cuore spartano.
    
    Cuore, sì.
    
    Ho in mano un cuore pulsante, venoso, che batte forte ad ogni sua parola.
    
    -Ti stai eccitando davvero? Ahahahah!
    
    -C’&egrave poco da stare divertiti, questo &egrave un guaio bello grosso.
    
    -Accendi la webcam, fammi vedere il guaio.
    
    (Questa sera ceneremo nell’Ade)
    
    Sono online. La maglia nera, aderente, snellisce ulteriormente il fisico longilineo. L’asta risalta, troneggia fuori dai boxer.
    
    -Dio mio, &egrave enorme.
    
    -&egrave il giusto – sospiro. Fatico a parlare, sono schiavo della sua voce ipnotica.
    
    -Il giusto per uccidermi, un cazzo così non lo metterei mai nel culo, mi manderebbe all’ospedale.
    
    Quella voce da puttanella, ingenua e provocante, riesce a dare finezza anche alle parole più scabrose.
    
    Comincio ad accarezzarlo piano; scivolo lento sulle vene, sulla punta ormai lucida e bagnata dal piacere.
    
    -Prendilo bene. Stringilo nel pugno, così. &egrave un bel cazzo…
    
    Al suono della parola ‘cazzo’, ho (abbiamo) un sussulto. Forse si sente chiamato in causa. Respiro, forte.
    
    -Ti piace quando dico “cazzo”? &egrave una bella parola, riempie la bocca… a proposito di riempire la bocca, mi piacerebbe farti sborrare con un bel pompino…
    
    &egrave troppo. Sento la verga gonfiarsi, il piacere m’inonda il torso zampillando nervosamente dalla cappella ormai ...
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